Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La prima commessa è di un gondoliere E lo squero «rinasce»
VENEZIA Le gondole Tramontin torneranno a navigare per i canali veneziani. Dopo la recente scomparsa del re degli squerarioli Roberto, le due figlie, Elena ed Elisabetta, hanno raccolto l’eredità paterna ed assieme al maestro d’ascia Matteo Tamassia, allievo di Franco Crea, portano avanti una tradizione che dura dal 1884. E che non finirà con la morte di Roberto. Il secolare cantiere situato a Dorsoduro, tra Ognissanti e l’Avogaria, non si è fermato con la morte del maestro. Giunto ora alla quinta generazione, ha appena ricevuto la prima commessa da parte del gondoliere Marco Pelizzaro, detto «Bombo», dello stazio del Danieli. «Possedevo già una gondola del cantiere Tramontin e ho deciso di commissionarne una nuova perché da quel cantiere escono le gondole più belle di Venezia – ha commentato con orgoglio Pelizzaro- sono come delle Ferrari, ma per l’acqua».
Una bellezza che è sinonimo di cura e rispetto della tradizione, dal momento che Roberto era uno degli ultimi squerarioli che realizzava le gondole in fasciame, limitando il compensato marino al fondo. Il nome Tramontin, in origine Tramontina successivamente modificato all’anagrafe da Nedis, figlio del fondatore Domenico, si pensava morisse per sempre con Roberto.
Invece è rinato, grazie al maestro d’ascia Tamassia, che da qualche hanno lavorava con il maestro, «giovane di nome ma non di esperienza», come ricorda Gianni De Checchi, segretario di Confartigianato. Inoltre, sarà possibile assistere alle fasi di costruzione delle gondole: le figlie hanno infatti introdotto l’opportunità per le scuole di mostrare ai propri studenti lo squero, che verrà arricchito di supporti multimediali e foto storiche che ne narreranno la storia, dalle sue origini ad oggi. Un modo per coinvolgere e far conoscere alle nuove generazioni un’arte che altrimenti rischia di scomparire.