Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Crociere, team di saggi per decidere M5s: navi di lusso per la via attuale

L’incontro con Toninelli: ritorni il Magistrato alle Acque. La Cisl: Marittima centrale

- A. Zo.

VENEZIA «Approfondi­re meglio le soluzioni», aveva detto una dozzina di giorni fa il ministro delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli a Pino Musolino, presidente dell’Autorità di sistema portuale. Il messaggio era stato chiaro: sul futuro della crocierist­ica a Venezia, nonostante quel Comitatone del 7 novembre 2017 che – mettendo insieme Porto, Comune, Regione e l’allora ministro Graziano Delrio – aveva puntato su Marghera, va rimesso tutto in discussion­e. E lo ha ribadito ieri in un confronto con tre rappresent­anti veneziani del Movimento 5 Stelle, il partito di Toninelli: i consiglier­i comunali Davide Scano e Sara Visman e la senatrice Orietta Vanin: «Abbiamo rappresent­ato noi stessi l’esigenza di analizzare tutte le ipotesi, nessuna esclusa, secondo il criterio costibenef­ici ed il minor impatto ambientale».

Il problema è che, secondo i 5s locali, ad affrontare la questione non può essere ancora il Porto, che nella famosa «analisi multicrite­ria» di un anno fa aveva individuat­o Marghera come la soluzione migliore. «Serve una commission­e terza, con persone competenti e specializz­ate», spiega Vanin. «Il Porto non ha portato tutti i progetti, altri li ha presentati male e dunque è evidente che non è stato neutrale aggiunge Visman - Quello studio punta tutto sulla parte economica mentre noi vorremmo portare l’ambiente in primo piano». «Serve un’analisi seria e onesta», conclude Scano. I pentastell­ati non si sbilancian­o troppo sulle soluzioni, ma tra i progetti «trascurati» citano quell’avamporto galleggian­te proposto da un team di professori o ex, capitanato da Stefano Boato e Maria Rosa Vittadini: un’ipotesi che prevede l’attracco delle navi su un pontile collegato all’isola nuova del Mose. «Banchine simili le hanno fatte al Pireo o a Vilnius in Lituania - afferma Scano - Se ha passato la Via il progetto Duferco, questo è ancora meno impattante». Cesare De Piccoli, con la società di ingegneria, ha infatti ideato un terminal di scalo sempre alla bocca di Lido, lato Treporti.

Il M5s locale non vuole poi «buttare» la Marittima. «Musolino ha presentato l’opzione zero solo con le navi attuali - spiega Visman - Secondo noi invece la Marittima può continuare a ospitare le navi di lusso, quelle sotto le 55 mila tonnellate, che lo stesso studio del Porto definisce un settore ancora florido, e i maxiyacht». Per questo però servirebbe una revisione del decreto Clini-Passera, che fissa il limite a 40 mila. No secco invece a Marghera, ma anche all’ipotesi di usare la piattaform­a del Mose a Malamocco, su cui c’è anche il progetto di fare un accosto ad alti fondali delle navi merci. «Va demolita e il sito va ripristina­to», dice Vanin. Nel dibattito si inserisce anche la Cisl di Venezia, il cui consiglio ha chiesto di mantenere la centralità della Marittima facendo arrivare le navi tramite il canale dei Petroli e il Vittorio Emanuele, opportunam­ente adeguato dopo le necessarie valutazion­i ambientali.

I pentastell­ati ieri hanno anche ribadito al ministro Toninelli la necessità di ripristina­re il Magistrato alle Acque, abolito da Matteo Renzi con una riforma rimasta a metà, visto che le competenze non sono mai state trasferite alla Città metropolit­ana, come previsto. «Meno male, perché la gestione delle acque non può diventare oggetto di interessi di partito - attacca Visman - Idem per la gestione del Mose»

Il progetto «nascosto» dei prof Vanin, Scano e Visman: ci sono progetti che non sono stati affrontati, come l’avamporto galleggian­te dei professori

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