Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Da Previati a Boccioni, quando l’arte è «madre»
Da Previati a Boccioni: a Verona una mostra celebra la maternità
Quasi un «monumento», un dipinto che non veniva esposto dal 1970, anno della grande mostra sul Divisionismo a Milano. Maternità di Gaetano Previati del 1891, dalle collezioni di Banco Bpm, quattro metri per due densi di sentimento, è al centro della mostra «L’amore materno. Alle origini della pittura moderna da Previati a Boccioni» che si inaugura oggi alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti a Palazzo della Ragione di Verona (fino al 10 marzo).
Venti opere - sculture, dipinti e disegni -, venti tasselli del passaggio che, attraverso il divisionismo e il simbolismo, ha aperto nuove strade, come il tenero dialogo tra madre e bimbo nella cera Aetas aurea di Medardo Rosso, o il luminoso olio L’amore alla fonte della vita di Giovanni Segantini, dai Musei Civici di Milano, o ancora il ritratto di spalle della madre di Umberto Boccioni, dal Mart di Rovereto. Un focus che viene introdotto dalle opere della collezione della Gam e anticipato da dipinti come S’avanza di Angelo Morbelli, Bookmaker di Medardo Rosso e Gli amori delle anime di Angelo Dall’Oca Bianca, con echi che superano le mura cittadine nella rete di collaborazioni che si vuole con questa esposizione consolidare: al Mart, alcuni dipinti di Balla, de Chirico e Mario Tozzi sono evidenziati per richiamare il tema della maternità e del divisionismo affrontati a Verona, mentre alla Gam di Milano Le due madri di Segantini si riallaccia idealmente alla mostra veronese.
Aurora Scotti, studiosa del divisionismo, è curatrice della mostra insieme a Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona, da oggi raccolti sotto il logo Imuv, con la collaborazione di Patrizia Nuzzo, responsabile delle raccolte della Gam. Un video, con la regia di Massimo Chimenti, racconta al pubblico la genesi e la ricchezza cromatica della grande Maternità, con le profonde riflessioni dell’artista alla ricerca dell’intensità dell’amore materno. Il tema nodale del quadro e della mostra è proprio questo: l’amore come elemento generatore dell’universo, affrontato da questi artisti, a loro tempo rivoluzionari, rileggendo una lunga tradizione dalla grande spiritualità di Previati all’amore tutto umano di Segantini. Proprio sul tema della maternità anche un giovane Pellizza da Volpedo si mette in gioco con una composizione rifiutata dal committente, incompresa per la sua distanza da una consolidata tradizione. E nel divisionismo di Boccioni si gettano infine le basi per la stagione futurista.
«Un progetto lungimirante e coraggioso – lo ha definito Gianfranco Maraniello, direttore del Mart – per la valorizzazione dell’arte italiana dell’800, a cui aderiamo con entusiasmo».
Un progetto che rientra nella programmazione triennale che l’assessore alla Cultura di Verona Francesca Briani insieme a Francesca Rossi hanno elaborato «puntando, come da indicazioni Icom, sulla valorizzazione del patrimonio locale in una rete di collaborazioni e sulla costituzione di un sistema unico museale, con focus di letture trasversali che si svilupperanno attorno alle figure di Caroto, di Dante e di Giulietta. Tra i nostri obiettivi anche quello della riunificazione dei depositi e della riapertura degli Scavi Scaligeri, mentre sono in corso costruttivi dialoghi con la Fondazione Cariverona anche il relazione alla valorizzazione degli spazi della Gam».