Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«La telefonata con mia figlia, non voleva la sentissi morire»
La madre di Gloria agli ispettori che indagano sulla Grenfell Tower: ero impotente
VENEZIA «A quel punto Gloria ha detto che stava per riagganciare perché non sentissi le sue grida, ha detto che voleva solo svenire e che non avrebbe sentito niente». È un passaggio del racconto fatto dalla madre di Gloria Trevisan agli investigatori che indagano sul rogo della Grenfell Tower.
VENEZIA Una figlia intrappolata all’inferno. La tivù che trasmette le immagini di una torre in fiamme nel cuore di Londra. E le ultime parole che arrivano cariche di angoscia, al telefono. L’addio di una ragazza di 27 anni a mamma e papà.
Erano le 3.45 della notte del 14 giugno del 2017, e le fiamme stavano divorando la Grenfell Tower, lasciandosi dietro settantadue morti tra i quali una giovane coppia di architetti veneti: Gloria Trevisan, di Camposampiero (Padova), e il suo fidanzato Marco Gottardi, di 28 anni, originario di San Stino di Livenza (Venezia).
Un anno e mezzo dopo, emergono nuovi dettagli, di quell’ultima notte. Lunedì la commissione d’inchiesta britannica, impegnata da mesi a cercare di far luce su quella tragedia, ha esaminato la lettera consegnata a maggio da Emanuela Desaro, la madre di Gloria, assieme alla trascrizione delle telefonate tra lei e la figlia. L’ultima chiamata, la più drammatica, dura 22 minuti.
Mamma Emanuela ripercorre quegli istanti come un incubo durante il quale la ragazza passò «dal panico, al terrore, alla consapevolezza e infine alla rassegnazione». Il ricordo di quella notte è ancora nitido e non le risparmia nulla: le grida di sua figlia, l’incoraggiamento a cercare una via di fuga, il momento tragico in cui fu chiaro a entrambe che le squadre di soccorso avevano ormai rinunciato a risalire la torre e non avrebbero mai raggiunto l’appartamento di Gloria e Marco, al ventitreesimo piano. «Non c’era più speranza», scrive Emanuela Desaro nella sua testimonianza.
«Se il fuoco arriva qui mi butto dalla finestra, te lo giuro mamma. Sono nel soggiorno e vedo fiamme dappertutto, stiamo solo aspettando», disse la ragazza. «Non ci credo che debba finire così, non ci voglio credere».
Nei documenti che il legale dei Trevisan, l’avvocato Maria Cristina Sandrin, ha consegnato alla commissione d’inchiesta britannica, la conversazione registrata dai genitori viene descritta in modo dettagliato. Una testimonianza quasi «in presa diretta» di ciò che stava avvenendo nella Grenfell Tower.
La madre ricorda la terribile sensazione di impotenza nel sapere che, a 1.500 chilometri di distanza, Gloria era prigioniera nella torre. Il Sun riporta ampi stralci della trascrizione, dai quali emerge che Gloria e Marco sapevano di andare incontro alla morte. «A un certo punto mi ha detto che il fuoco stava entrando dalla finestra, voleva interrompere la chiamata. Ho detto: “No, voglio che mi passi Marco”. Ma Gloria ha risposto: “Marco è al telefono con suo padre”. Le ho detto che mi sentivo impotente, ha continuato a dire che non riusciva a respirare».
Sono gli ultimi minuti della vita dei due fidanzati: l’appartamento in fiamme, la difficoltà a respirare, la paura. «Mi ha ripetuto di nuovo cosa provava per noi e che dovevamo dirci addio e dovevamo essere forti», ricorda Emanuela Desaro. «A quel punto Gloria ha detto che stava per riagganciare perché non voleva che io sentissi nulla e ci ha salutato. Voleva terminare la conversazione perché non sentissi le sue grida, ha detto che voleva solo svenire e che non avrebbe sentito niente». Infine, le ultime parole: «Mi ha detto: “Voglio solo stare con Marco adesso”».
La coppia di fidanzati si era trasferita in Inghilterra tre mesi prima, per trasferirsi in cima alla Grenfell Tower il mese successivo.
Emanuela Desaro ha spiegato che Gloria e Marco quella notte avevano anche tentato di mettersi in salvo raggiungendo il tetto della torre, ma avevano trovato la via di fuga bloccata da un cancello chiuso. La madre le aveva anche consigliato di tenere in tasca i documenti, in modo che i soccorritori non avrebbero avuto difficoltà a identificarla, se lei e il ragazzo avessero tentato di scendere le scale.
L’inchiesta sul rogo è a buon punto. «Il procedimento ha fatto emergere le gravi colpe che hanno contribuito al disastro - spiega l’avvocato Sandrin - a cominciare dall’impiego di materiali inadatti a un edificio di quel tipo».
La madre della ragazza Gloria disse che stava per riagganciare perché non voleva che sentissi le sue grida. Disse che voleva solo svenire e che non avrebbe sentito niente
Gloria Trevisan
Se il fuoco arriva qui mi butto dalla finestra, te lo giuro mamma. Sono nel soggiorno e vedo fiamme dappertutto, stiamo solo aspettando