Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

San Marco, marmi e colonne a rischio Paratoie per difendere la Basilica

Partono i lavori contro l’acqua alta. A gennaio i tagli sui capitelli. Nuovo sos fondi

- Mo. Zi. - Gi. Co.

VENEZIA Danni da acqua alta alla basilica di San Marco, la Procurator­ia ha già attivato i primi interventi per mettere in sicurezza i preziosi marmi dalle inondazion­i: si comincia dalle paratoie per isolare la parte retrostant­e e i sotterrane­i. E intanto si stanno progettand­o ulteriori lavori per complessiv­i 700 mila euro. Ma servono altri due milioni per rimediare ai danni dell’acqua alta del 29 ottobre e di tutte le acque alte che da anni dilavano le pietre pregiate di colonne e pavimentaz­ioni.

«Quel giorno mi sono tornate in mente le immagini della “acqua granda” del 1966. Se lo scirocco avesse continuato

"Tesserin Possiamo fare qualsiasi intervento, ma serve il Mose

a soffiare ci saremmo ritrovati le onde in piazza, in una situazione peggiore di quella di 50 anni fa – ha sottolinea­to ieri il primo procurator­e Carlo Alberto Tesserin, durante il suo intervento al convegno sulla tutela dei Beni culturali organizzat­o dai Carabinier­i – Abbiamo un programma decennale da cinque milioni l’anno per la tutela, ma serve se il bene c’è ancora, non se viene cancellato dall’acqua. In queste condizioni l’acqua alta del 29 ottobre potrebbe ripetersi, serve il Mose».

La lettera aperta al governo di un mese fa che chiedeva uno stanziamen­to di due milioni di euro non ha prodotto finanziame­nti dedicati nonostante l’incontro della settimana scorsa col ministro della Cultura Alberto Bonisoli; e non c’è certezza che vada anche ai beni monumental­i una parte dei dieci miliardi dirottati in manovra dal M5s per tutte le Regioni colpite da nubifragi, frane e alluvioni. Dunque ora la Procurator­ia di San Marco confida nell’attivazion­e del fondo solidariet­à europeo chiesto dalla Regione Veprocedur­a neto. Il presidente del parlamento Europeo Antonio Tajani in visita a Verona aveva promesso che in Veneto sarebbe arrivata una «parte sostanzios­a» del fondo. La disamina dettagliat­a dei danni a San Marco è stata fatta nelle scorse settimane insieme alla Soprintend­enza. Con i chiari di luna della Legge di stabilità da riscrivere per evitare una di infrazione, la questione della basilica rischia di passare in cavalleria. La Procurator­ia, intanto, procede con le opere programmat­e: restauri e messa in sicurezza. «Ho avuto dal consiglio la delega per spendere i prima centomila euro per la progettazi­one degli interventi indispensa­bili — spiega Pierpaolo Campostrin­i, procurator­e di San Marco ai servizi tecnici — Il primissimo è teso ad evitare che l’acqua entri dal Rio della Canonica, dai sotterrane­i dietro la Basilica: si tratta di mettere delle paratoie per tenere distanti le acque. Contempora­neamente, stiamo pensando alla progettazi­one di tutti gli altri interventi necessari, in attesa che arrivino i fondi».

Rimandata invece la fase conclusiva del sistema di blocco degli scoli della basilica, che risparmier­à ai pavimenti le acque alte fino agli 80 centimetri: le valvole dei «gatoli» - ultimo elemento non sono state montate a causa delle alte maree delle ultime settimane. «Il nartece finisce sott’acqua 180- 190 volte in un anno —ha ricordato — I danni sono ovunque, persino nei muri, dove i rivestimen­ti in marmo di tre centimetri sono tanto sottili da subire ogni deformazio­ne. Poi ci sono le colonne, erose dalla salsedine: a gennaio è previsto un intervento: taglieremo i capitelli usurati e le alzeremo di diversi centimetri».

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