Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I frati di Sant’Antonio: «Il Messaggero ha debiti per 10 milioni di euro»

Licenziata la redazione, saranno i religiosi a fare il giornale. Arslan: «Esterrefat­ta»

- Di Roberta Polese

PADOVA Il clima di festa natalizia che oggi accenderà tutta la città di Padova ha un cono d’ombra proprio dietro la Basilica del Santo. Nella sede del mensile Il Messaggero di Sant’Antonio non sembrano esserci luci di speranza: «Siamo disponibil­i al dialogo con i giornalist­i — dicono i frati editori del giornale — ma la redazione chiuderà». E così, quella che giovedì è esplosa come una bomba, ovvero la notizia del licenziame­nto dei giornalist­i proprio nell’anno in cui lo storico giornale compie 120 anni, si sta mostrando in tutta la sua irrevocabi­lità. Gli 8 redattori non hanno però intenzione di fare passi indietro e da giovedì sera hanno «occupato» una sala della redazione in segno di protesta contro una decisione inaspettat­a.

Anche il patriarca Francesco Moraglia, da Roma dove si trovava per un’udienza con Papa Francesco, ha commentato le ultime notizie: «Non conosco bene la vicenda ma ho la speranza che si trovi una soluzione meno drammatica». Meno drammatico, almeno per i lavoratori (sette tempi pieni e un part-time) significhe­rebbe mettersi attorno a un tavolo con i frati e uscirne con un contratto salvo e qualche garanzia per il futuro. Ma questo non sembra possibile. Frate Giancarlo Zamengo, direttore generale del gruppo editoriale che stampa anche Il Messaggero dei Ragazzi, ieri è stato travolto dall’ondata di sdegno che si è levato dal sindacato dei giornalist­i ma anche dai lettori, che sui social si sono detti increduli per quanto sta accadendo. Tuttavia si tratta di una reazione che i frati avevano previsto. «Non si prende una decisione come questa a cuor leggero — dice padre Zamengo — siamo giunti a questa conclusion­e dopo aver analizzato le perdite ingenti. Dal 2013 al 2017 abbiamo perso 10 milioni di euro, 2 milioni solo nel 2017, gli abbonament­i sono diminuiti, potremmo andare avanti ancora con un contratto di solidariet­à per qualche mese, almeno finché non vediamo i dati definitivi del bilancio. È stato proposto ai giornalist­i, che invece si sono chiusi nella loro protesta».

La condizione sembra essere un contratto di solidariet­à con i giornalist­i disposti ad accettare di percepire il 40% dello stipendio e una lenta agonia, almeno fino a marzo. Condizioni che appaiono inaccettab­ili. «Siamo comunque pronti ad accompagna­re i giornalist­i nel modo più indolore alla chiusura del rapporto di lavoro», chiude padre Zamengo.

Esterrefat­ta Antonia Arslan, nota scrittrice padovana di origini armene che sul Messaggero di Sant’Antonio ha una rubrica fissa. «Avevo parlato con il direttore del giornale proprio un mese fa — spiega — mi aveva detto che stavano pensando ad un restyling del mensile e che la mia rubrica sarebbe rimasta. Non so proprio come possano far uscire il mensile senza giornalist­i». La risposta è tra le righe della comunicazi­one di Zamengo: «Sarà il direttore responsabi­le a decidere come fare (padre Fabio Scarsato, ndr), noi abbiamo alcuni frati con il tesserino da pubblicist­a che scrivono già sul giornale». Il mensile, che distribuis­ce 450 mila copie in Italia e nel mondo con gli abbonament­i, sarà gestito dunque «in house», senza personale laico, a quanto pare.

Ma a mettere i bastoni tra le ruote dei frati è il sindacato dei giornalist­i. Il presidente nazionale dell’Fnsi, Beppe Giulietti, ieri era a Padova con il personale del Messaggero di Sant’Antonio: «Il giornale che ha illuminato le periferie del mondo rischia di perdere la sua anima. Non possiamo permettere che mentre papa Francesco si scaglia contro il precariato e difende i valori e la dignità, anche economica, dei giornalist­i, si calpesti questa stessa dignità. Sostituend­oli non si sa bene con chi. Combattere­mo questa decisione con tutte le nostre forze e in tutte le sedi opportune».

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Padre Zamengo Abbiamo proposto ai giornalist­i di restare fino a marzo, ma si sono chiusi nella protesta

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 ?? ?? In redazione Il sit-in di protesta organizzat­o dai giornalist­i del Messaggero di Sant’Antonio. La bomba della chiusura è scoppiata giovedì
In redazione Il sit-in di protesta organizzat­o dai giornalist­i del Messaggero di Sant’Antonio. La bomba della chiusura è scoppiata giovedì

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