Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
M9 «riaccende» le vetrine chiuse «Ma gli affitti sono ancora alti»
Nel distretto 15 negozi vuoti, prime richieste. Gli scettici: rischio cannibalizzazione
MESTRE «Se abbiamo paura che ci alzino l’affitto? Assolutamente no: più alto di così è semplicemente impossibile». Max, il titolare dell’osteria Serena di via Poerio, ironizza, ma il suo locale è davvero circondato dal vuoto. Luci spente, interni desolati, un cartello con il numero di telefono sulla porta. La visione si ripete lungo le vie del centro, al punto che riguarda quasi uno spazio commerciale su cinque. In mezzo, grande come una promessa, M9, inaugurato da una settimana: per ogni negoziante, barista o agente immobiliare disposto a scommettere sull’effetto museo, se ne trova un altro scettico.
Tra via Poerio, via Olivi, via Brenta vecchia e il primo tratto di via Rosa – il quadrilatero che circonda il distretto M9 – si contano circa una settantina di locali commerciali: caffetterie, agenzie di viaggio, librerie, tabaccai, boutique, ferramenta, orefici, oculisti, mercerie, una legatoria e un ristorante libanese. Le vetrine vuote sono una quindicina, e presto se ne potrebbero aggiungere altre, alcuni esercenti hanno già appeso l’avviso «cedesi attività». Se poi ci si allarga fino a via Mestrina e galleria Teatro Vecchio, la percentuale di sfitti si impenna.
Ogni strada fa storia a sé, ma tutti sembrano aver pagato cari gli anni di cantieri: in via Olivi, per il tram; in via Poerio, per aprire il Marzenego; in via Brenta vecchia, per lo stesso M9. Ora le cose si stanno muovendo: «È difficile trovare uno spazio disponibile intorno al museo – assicura una delle agenzie a cui rimandano gli annunci – Da un mese la richiesta è altissima». Almeno un paio di locali saranno occupati di qui a poche settimane, altrettanti sarebbero in trattative avanzate.
Eppure le vetrine vuote sono ancora tante, e c’è chi pur di occuparle è disposto ad elaborare formule di affitto progressivo, quasi a voler scommettere assieme ai negozianti sulle loro idee. In via Brenta vecchia il locale che mesi fa ospitava un design store di tshirt sarà riaffittato per meno di 900 euro al mese. «I marchi e le catene vogliono replicare i loro allestimenti nei centri commerciali, se non possono farlo lasciano perdere. Per loro non è una questione di affitti alti o bassi, ma di spazi
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L’agenzia immobiliare Affitto progressivo per scommettere assieme alle attività sulla rinascita della zona
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Alcuni esercenti Avevamo pensato di spostarci in via Poerio ma lì con il museo i prezzi non scenderanno mai
con determinate caratteristiche — spiega Luigi Vincenzi, titolare dell’omonima agenzia — Al contrario, chi vuole avviare una nuova attività rischia di non sopravvivere al primo anno, non si può pretendere che paghi da subito un affitto esagerato». Se lì si può iniziare con meno di mille euro è anche perché, invece di trasformarsi in un punto di attrazione grazie al nuovo museo, la strada rischia di venire completamente snobbata: inizialmente sul suo marciapiede si sarebbe dovuto aprire uno degli ingressi dell’M9, ma l’apertura sembra essere stata «cancellata» e il passaggio dei curiosi ora attraverserà lo scoperto del museo. Due settimane fa, prima dell’inaugurazione, baristi e negozianti non osavano illudersi: «Chi entrerà là difficilmente
La mappa Via Olivi, Brenta vecchia, via Rosa, moria di attività. Comincia l’effetto domino di M9, aumentano i contatti
passerà da noi», il titolare della libreria di via brenta vecchia è Luigi Lamarmora.
In via Olivi, nel primo tratto, i negozi sfitti non ci sono; si moltiplicano mano a mano che ci si avvicina alla chiesa dei cappuccini, fino a riunirsi in un muro di vetro opaco alla fine della strada. Eppure, anche lì, apriranno nuove attività. «Noi siamo riusciti a farci abbassare il canone qualche anno fa, dopo che i lavori per il tram ci avevano messi in ginocchio – dicono alcuni esercenti – Avevamo pensato di spostarci in via Poerio, ma lì con l’M9 i prezzi non scendevano mai». Nel tempo, chi ha potuto ha scelto di diventare il proprietario dei suoi muri: «Pago di mutuo la metà di quanto davo di affitto – spiega il titolare di due negozi di articoli vari – Museo o meno, nessuno mi può mandare via adesso». Proprio in via Poerio si sentono le critiche più feroci contro il nuovo polo culturale: «Già qui si resta in piedi a stento – lamentano dalla legatoria artigiana Morra & Lazzarini – ora lì dentro si trovano tre miei concorrenti diretti, e sappiamo che pur di non lasciare negozi vuoti hanno concesso gli spazi a pochissimo». Chi ha da affittare, si prepara: «Ho avviato lavori di adeguamento e ristrutturazione per 50 mila euro – racconta un proprietario – Ora devo rientrare delle spese, quindi il canone sarà adeguato di conseguenza. Ma ho già tante richieste».