Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Riparte lo scavo dei rii Bacino Orseolo «apre» 4 chilometri di cantieri

- Giacomo Costa

VENEZIA Si comincia lunedì, dai canali più «prestigios­i», ma si continuerà almeno fino a marzo 2020. Con un totale di ventuno rii da scavare, un anno e tre mesi di lavoro sembrano il minimo della pena, anche perché fare prima sarebbe complicato: le operazioni di pulizia pretendono rive sgombre, e quindi tutte le barche dei residenti andranno tolte dai loro ormeggi e ospitate temporanea­mente nelle darsene comunali, che però hanno un numero di attracchi liberi limitato.

Gli scavi di quest’anno erano stati anticipati da una delibera quadro che, lo scorso settembre, destinava a questo scopo 3,5 milioni, ma l’ordinanza per liberare e limitare il traffico acqueo nella prima zona interessat­a è arrivata solo nei giorni scorsi – anche se inizialmen­te si puntava ad avviare i cantieri già a metà dello scorso novembre - a coprire un periodo di tempo che va dal 14 gennaio al 22 febbraio, ma non è escluso che i lavori si prolunghin­o, condiziona­ti come sono da diversi fattori, primo tra tutti quello meteorolog­ico, che tra maree e piogge può rallentare parecchio le operazioni. Si comincia dall’area marciana: bacino Orseolo, dal ponte del Cavalletto fino all’altezza di calle San Zorzi, fino al 26 gennaio; quindi rio Orseolo, da calle San Zorzi a ponte Tron, fino all’8 febbraio; infine, dall’8 al 22 febbraio, toccherà al tratto compreso tra ponte Tron e l’incrocio con il rio Scoacamini. Blocco totale de traffico acqueo fatti salvi i mezzi d’emergenza ma non le gondole, che dovranno occupare altri stazi, almeno durante l’orario di lavoro degli operai di Insula, a cui spetta lo scavo.

La manutenzio­ne dei fondali cittadini era rimasta ferma da circa dieci anni, con la sola eccezione del 2016, quando grazie ad un milione di euro si era potuto iniziare a mettere mano ad alcuni rii: de la Panada, di San Nicolò dei Mendicoli e, in parte, di Widman, del Bateo, di Santa Maria Maggiore, de la Caziola, di Santa Marta. Poi un altro stop, fino a quest’anno: i 3,5 milioni permettera­nno di liberare, oltre al bacino Orseolo, i rii di Ca’ Brazzo, Ca’ Tron, de la Frescada, di San Rocco, de le Muneghete, di San Daniele, di San Giovanni Evangelist­a, di San Maurizio, dei Ferali, dei Gozzi, dei Lustraferi, dei Meloni, dei Muti, dei Servi, del Ghetto Novo, del Megio, del Piombo, delle Procuratie, Priuli e della Piscina Rari Nantes, oltre a completare lo scavo di rio di Widman.

In totale si parla di quattro chilometri di canali, per una superficie complessiv­a di oltre 25 mila metri quadrati di specchio d’acqua; l’obiettivo è l’eliminazio­ne di quasi 15 mila metri cubi di fanghi, che andranno poi smaltiti secondo i protocolli ministeria­li relativi. Gli scavi saranno sempre portati avanti «in umido», e si prevede di operare a una distanza dalla linea spondale di circa un metro per lato (misura che scende a 70 centimetri in rii particolar­mente stretti), arrivando fino alla quota di un metro e ottanta sotto il livello. Contestual­mente, si cercherà anche di rimettere ordine sulle rive, risisteman­do le fondamenta danneggiat­e dal moto ondoso.

Fino a marzo

Oltre tre milioni e mezzo per i lavori. Da togliere quasi 15 mila metri cubi di fanghi

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