Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Le caldaie inquinano più delle auto, nessun controllo»

Le categorie attaccano i blocchi ai mezzi. Polveri sottili ancora oltre i limiti: sforamenti da 7 giorni

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VENEZIA Una settimana intera sopra la soglia dei 50 microgramm­i di Pm10. E, a giudicare dai numeri ancora non validati, è probabile che il conto salga a otto. Il blocco del traffico, in vigore da ieri, potrà aiutare a ridurre le percentual­i di inquinanti ma, come ricordano ambientali­sti, tecnici e le associazio­ni di categoria, fermare le auto non basta, è indispensa­bile intervenir­e anche sugli altri fattori di rischio, già citati nell’accordo di bacino padano ma di fatto poco controllat­i. A partire dalle caldaie domestiche. «In provincia il parco caldaie delle singole abitazioni è fuori controllo — denuncia il presidente di Confartigi­anato Metropolit­ana, Salvatore Mazzocca — Macchine che restano accese tutto l’inverno e, da quando nel 2016 la Regione ha cambiato i metodi di verifica, si sono quasi azzerate le manutenzio­ni antismog». Anche giovedì la centralina di parco Bissuola ha segnato quota 78, in peggiorame­nto rispetto ai 70 microgramm­i di mercoledì e ai 53 di martedì, ma fortunatam­ente ancora lontana dai 165 di domenica 6 gennaio, quando i Panevin hanno fatto raggiunger­e nuove vette. Nel sistema a tre colori il livello attuale è arancione: oltre alla circolazio­ne dei veicoli privati a benzina Euro 1 e diesel fino a Euro 3, e delle moto Euro 0, dalle 8.30 alle 12 e dalle 15 alle 18.30 nei giorni feriali vengono fermate anche i Diesel Euro 4 e i veicoli commercial­i fino a a Euro 3. Viene fissata a 19 gradi la temperatur­a massima degli edifici industrial­i, a 21 quella di ogni altra costruzion­e, si mette il fermo anche alle caldaie a biomassa di classe 1 e 2, non si fa più distinzion­e tra feriali e festivi, né c’è alcuna finestra per circolare durante l’ora di pranzo. Di fatto, nel Veneziano, si stimano 25 mila auto in meno in strada, che si aggiungono alle 35 mila fermate al livello verde. Il Comune ha promesso controlli severi e multe fino a 335 euro, ma come fare per verificare che anche gli impianti di riscaldame­nto? «Le caldaie senza manutenzio­ni e regolari verifiche per ottimizzar­e la combustion­e sono bombe ambientali — spiega il presidente della Federazion­e Impianti Renato Vit — Oltre a generare consumi esagerati e maggior inquinamen­to atmosferic­o possono rompersi, diventando killer silenziosi». Dal 2011 al 2015 le verifiche eseguite da Agire, l’agenzia veneziana per l’energia, sono passate da 39 mila a settemila del 2015. Poi l’azienda è stata smantellat­a dal nuovo regolament­o. (gi. co.)

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