Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
IMPRESE, TRA PENALE E SOCIALE
Sono oramai diversi anni che anche in Italia si guarda, da varie angolazioni, all’idea della responsabilità dell’impresa con occhi almeno in parte differenti da quelli per lungo tempo consolidati. Sovviene immediatamente il concetto, che va diffondendosi pure tra le imprese di medie dimensioni, di «responsabilità sociale d’impresa», con il suo portato, per certi versi rivoluzionario, di attenzioni ad aspetti in (almeno apparente) contraddizione con le regole del mercato.
Le istanze, non schiettamente economiche, e neppure giuridiche, che stanno alla base di tale tendenza si iscrivono in un contesto più ampio e variegato (persone, ambiente, onestà degli affari, trasparenza del mercato), dove trovano spazio anche temi morali e sociali che guardano alla necessità di un dialogo serrato tra economia, etica e diritto e dove un ruolo da protagonista è giocato dall’autoregolamentazione. Non si deve peraltro al puro caso, ritengo, che anche sul versante giuridico la novità forse più importante degli ultimi decenni passi per una riforma, davvero epocale, che tocca la responsabilità d’impresa.
Quest’anno arriva infatti alla maggiore età il corpo di norme (il «famigerato» decreto 231) che ha portato il nostro ordinamento, sulla scia di impostazioni anglosassoni, a conoscere una forma di responsabilità, che per brevità definiremo penale, anche in capo alle imprese.
TREVISO Lei laureata in design con esperienza in alcune aziende dello Sportsystem trevigiano. Lui il chirurgo plastico al quale lei si è affidata per riaggiustare qualche dettaglio fisico dopo un incidente stradale. A nascere sotto i ferri, oltre all’amicizia, è stata l’idea di creare una società che ora produce anche borse e zaini, usando per ciascun pezzo la metà di un pallone da basket usato.
E’ la storia della trevigiana Bgbl, fondata nel 2015 da Elisabetta Viola e Doriano Ottavian (in foto), che oggi cerca convenzioni con società sportive locali le quali, anziché gettare i palloni logorati, li consegnano alla singolare piccola casa del fashion, ottenendone in cambio uno nuovo ogni due vecchi. Fino ad oggi, spiega Viola, «abbiamo realizzato una collezione di un centinaio di pezzi in tre modelli, uno zaino monospalla unisex e due borse concepite per un pubblico femminile. I riscontri sono stati buoni al punto che il brand Bgbl è presente al Mipel, l’evento internazionale della pelletteria in programma in questi giorni a Milano. Nel breve penso che potremmo realizzare pezzi riciclando circa 250 palloni ma, a regime, il target sarà di 8 mila fra borse e zaini, il che si traduce nella consegna di duemila palloni nuovi alle squadre di basket».
La produzione materiale delle collezioni è affidata a un’azienda di Albignasego (Padova) e ad altri piccoli laboratori esterni, mentre della commercializzazione si occupa un ufficio di Paese. E’ di questi giorni anche la notizia di un interessamento verso le produzioni della giovane compagnia trevigiana da parte di una showroom della Corea del Sud. «Il tema del riutilizzo e della sostenibilità nel 2019 sarà protagonista – prosegue la fondatrice – e vogliamo parteciparvi ponendo l’attenzione sulla possibilità di dare una seconda vita a un oggetto non riciclabile. Vogliamo unire una sensibilità ecologica a una passione per il design italiano».
La De’ Longhi Treviso Basket (Serie A2) è stata la prima società che ha creduto nel progetto. (g.f.)