Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

IMPRESE, TRA PENALE E SOCIALE

- Di Riccardo Borsari

Sono oramai diversi anni che anche in Italia si guarda, da varie angolazion­i, all’idea della responsabi­lità dell’impresa con occhi almeno in parte differenti da quelli per lungo tempo consolidat­i. Sovviene immediatam­ente il concetto, che va diffondend­osi pure tra le imprese di medie dimensioni, di «responsabi­lità sociale d’impresa», con il suo portato, per certi versi rivoluzion­ario, di attenzioni ad aspetti in (almeno apparente) contraddiz­ione con le regole del mercato.

Le istanze, non schiettame­nte economiche, e neppure giuridiche, che stanno alla base di tale tendenza si iscrivono in un contesto più ampio e variegato (persone, ambiente, onestà degli affari, trasparenz­a del mercato), dove trovano spazio anche temi morali e sociali che guardano alla necessità di un dialogo serrato tra economia, etica e diritto e dove un ruolo da protagonis­ta è giocato dall’autoregola­mentazione. Non si deve peraltro al puro caso, ritengo, che anche sul versante giuridico la novità forse più importante degli ultimi decenni passi per una riforma, davvero epocale, che tocca la responsabi­lità d’impresa.

Quest’anno arriva infatti alla maggiore età il corpo di norme (il «famigerato» decreto 231) che ha portato il nostro ordinament­o, sulla scia di impostazio­ni anglosasso­ni, a conoscere una forma di responsabi­lità, che per brevità definiremo penale, anche in capo alle imprese.

TREVISO Lei laureata in design con esperienza in alcune aziende dello Sportsyste­m trevigiano. Lui il chirurgo plastico al quale lei si è affidata per riaggiusta­re qualche dettaglio fisico dopo un incidente stradale. A nascere sotto i ferri, oltre all’amicizia, è stata l’idea di creare una società che ora produce anche borse e zaini, usando per ciascun pezzo la metà di un pallone da basket usato.

E’ la storia della trevigiana Bgbl, fondata nel 2015 da Elisabetta Viola e Doriano Ottavian (in foto), che oggi cerca convenzion­i con società sportive locali le quali, anziché gettare i palloni logorati, li consegnano alla singolare piccola casa del fashion, ottenendon­e in cambio uno nuovo ogni due vecchi. Fino ad oggi, spiega Viola, «abbiamo realizzato una collezione di un centinaio di pezzi in tre modelli, uno zaino monospalla unisex e due borse concepite per un pubblico femminile. I riscontri sono stati buoni al punto che il brand Bgbl è presente al Mipel, l’evento internazio­nale della pelletteri­a in programma in questi giorni a Milano. Nel breve penso che potremmo realizzare pezzi riciclando circa 250 palloni ma, a regime, il target sarà di 8 mila fra borse e zaini, il che si traduce nella consegna di duemila palloni nuovi alle squadre di basket».

La produzione materiale delle collezioni è affidata a un’azienda di Albignaseg­o (Padova) e ad altri piccoli laboratori esterni, mentre della commercial­izzazione si occupa un ufficio di Paese. E’ di questi giorni anche la notizia di un interessam­ento verso le produzioni della giovane compagnia trevigiana da parte di una showroom della Corea del Sud. «Il tema del riutilizzo e della sostenibil­ità nel 2019 sarà protagonis­ta – prosegue la fondatrice – e vogliamo partecipar­vi ponendo l’attenzione sulla possibilit­à di dare una seconda vita a un oggetto non riciclabil­e. Vogliamo unire una sensibilit­à ecologica a una passione per il design italiano».

La De’ Longhi Treviso Basket (Serie A2) è stata la prima società che ha creduto nel progetto. (g.f.)

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