Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La scuola e la biblioteca Ma sotto la rocca si litiga per i colpi bassi
Il nodo dell’ex Consorzio venduto ai privati
NOALE Scuola (nuova), biblioteca (nuova), piazze e viabilità (nuove). E ospedale (ahinoi vecchio e pure depotenziato di venti posti letto). Ai noalesi la politica piace concreta e dalle bancarelle dell’ultimo giorno di mercato prima del voto fino alle stanze dei confronti organizzati da Rotary e Lions, passando per l’agenda proposta da Confcommercio, ai tre candidati sindaco cittadini e categorie hanno chiesto asfalto, cemento e trachite, con tutto quello che si portano appresso, vale a dire parcheggi, lavoro, negozi e servizi in una città che ha perso smalto e residenti.
Una campagna elettorale vecchio stile con annessa lite sulle opere pubbliche che ha messo alla prova i tre sfidanti. Patrizia Andreotti, docente, 57 anni, sindaco uscente che si ricandida con Impegno Comune, lista Sorino e Insieme per Noale; Michela Barin, avvocato, 48 anni, candidata di Noalesi al Centro, Lega, Forza Italia e Lista Dalla Vecchia; Fabrizio Stevanato, 45 anni, tecnico informatico e maratoneta che corre col Pd e la civica Novalis Terra Fertile.
Tutti professionisti affermati e cordiali eppure non sono mancati i colpi (anonimi) sotto la cintura. Per la Andreotti è stato un manifesto che la accostava a Luigi Brugnaro (non schierato), per Stevanato il gossip di un accordo tra lui e la Lega per far perdere la sindaca uscente, per la Barin una marea di volantini che ieri ha inondato Noale e che la accusa di essere un paravento per i soliti notabili dei partiti. Sdegnate le reazioni degli interessati. La propaganda fake denuncia che c’è nervosismo.
E infatti sono in gioco tre visioni di città molto diverse. Programmatoria sul lungo periodo quella di Stevanato, che punta sull’edificazione di un polo scolastico nuovo in centro che sia plesso unico anche per associazioni culturali e sportivi in modo da dare servizi a ragazzi e famiglie dalle 7 alle 19, sulla riqualificazione delle ali inutilizzate dell’ospedale per progetti di co-housing per gli anziani, e sulla forte pedonalizzazione del centro a compimento delle ciclopedonali e del raddoppio del collegamento ferroviario per diventare seconda cintura turistica dopo Mestre. «Dobbiamo reinventare Noale per renderla attrattiva e bisogna andare a battere i pugni in Regione e in ogni ordine e grado di ente per sbloccare situazioni ferme e fa decollare i buoni progetti che creano un disegno di futuro», scandisce. Per Michela Barin il Comune deve avere il ruolo di facilitatore delle iniziative di associazioni, categorie e imprese togliendo di mezzo gli ostacoli. Come la chiusura nei festivi delle piazze. «Le voglio riaprire perché la viabilità è profondamente cambiata visto che il traffico pesante non c’è più: apertura a doppio senso di marcia subito, in via sperimentale per un anno», spiega. Un nuovo polo scolastico, cercare di agganciare tardivamente i finanziamenti regionali per i distretti del commercio e convincere i proprietari ad abbassare gli affitti, un centro culturale sono tutti asset per lo sviluppo. «Noale è pronta per questo cambiamento», annuisce. E con il centro culturale si arriva alla questione ex Consorzio Acque Risorgive, un rudere che il Comune ha ceduto ai privati per realizzare un polo culturale da 900 metri quadri con verde e parcheggi. Gli avversari contestano le condizioni delle convenzioni poco favorevoli ma Andreotti rivendica l’opera: sarà la biblioteca e l’aula studio che tanti studenti attendono, lo spazio per le associazioni che mancava. «Voglio allargare il centro storico, con opere di riqualificazione a cerchi concentrici, via via più ampi», spiega. Il prossimo passo sarà il progetto di restyling estetico e funzionale delle piazze con pavimentazione in trachite che parte dalla colonna della Pace fino a piazza XX settembre, creando un’unica pavimentazione senza marciapiedi e senza pista ciclabile che occludono i portici: «Chi entra da quel lato, deve sapere subito che è zona pedonale e non superare i 30 chilometri orari».