Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Aeroporto, il giallo della ferrovia Rfi: «Ottimizziamo il progetto»
Pellicani: il ministro dica cosa vuole fare. Attacco sugli alberi
VENEZIA I rumors parlano dell’ipotesi di cambiare il progetto: non più il tracciato cosidetto «a cappio», che consentiva una stazione «passante», ma un unico tratta con una fermata «di testa», che costringe il treno a perdere più tempo per ripartire, come accade per esempio a Milano Centrale o Roma Termini. In questo modo però si rischia di ripartire da zero, dopo che nell’aprile del 2018 i piani di Rfi sembravano chiari, con la realizzazione del «cappio» per il 2025, portando così il treno anche all’aeroporto Marco Polo, finora raggiungibile solo via gomma o via acqua dal centro storico. E’ per questo che il deputato del Pd Nicola Pellicani nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture (da lui ribattezzato «della Confusione») Danilo Toninelli, per chiedere conto dello stato dell’arte.
Anche perché in questo momento ci sono solo, appunto, dei rumors. Save, il gestore dell’aeroporto, non ha saputo nulla di ufficiale, anche se il presidente Enrico Marchi ha detto chiaramente di essere contrario alla modifica, se non altro per questioni di tempo, visto che l’iter dovrebbe ripartire da zero. Da Roma nessuno per ora si sbilancia. «Sono in corso interlocuzioni per ottimizzare il progetto e renderlo più efficace possibile», dicono all’unisono da Rfi e dal Mit. Il problema è capire se l’«ottimizzazione» possa comportare uno stravolgimento del progetto, fermo restando che si tratta di un collegamento tra l’attuale linea Venezia-Trieste all’altezza di Dese in direzione del Marco Polo. «Dietro la fatidica formula magica “costi-benefici” si nasconde sempre il blocco di opere pubbliche attese da anni», dice Pellicani.
Il deputato però è andato all’attacco anche su un’altra polemica che ha riguardato Save negli ultimi mesi: il taglio di circa 1200 alberi per fare spazio a dei parcheggi. In questo caso l’interrogazione è rivolta non solo al Mit, ma anche ai ministeri di Ambiente e Finanze, per chiedere se fossero a conoscenza di questo e se non fosse necessaria una valutazione d’impatto ambientale. Tra l’altro Pellicani
"La replica di Save Sui park polemiche di poche decine di persone. La Ztc? Problema già risolto
ne approfitta per inserire altri temi, come il «regime di monopolio» nella gestione dei park, la nuova zona a traffico controllato che impone di stare nel sedime aeroportuale solo 7 minuti senza parcheggiare e la scarsa – a suo dire – trasparenza con cui opera Save, tanto più dopo l’uscita dalla Borsa. «Save dimostra di non avere nessun legame con il territorio circostante», dice Pellicani, ricordando come la Ztc abbia causato il «parcheggio selvaggio» a Tessera.
«Tutti i piani e le azioni di Save sono portati avanti nel totale ossequio delle normative e procedure di legge - replica il gestore - Sui parcheggi l’onorevole Pellicani presta un’attenzione sollecitata dalle manifestazioni di poche decine di persone. Quando alla Ztc è una questione superata, visto che SAVE ha già individuato un parcheggio nel sedime aeroportuale». Rispedite al mittente anche le accuse di scarsa trasparenza: «Pellicani aveva in passato contestato l’entrata in Borsa, ora cerca un’effimera visibilità».