Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ordinanza di demolizion­e: la data è quella di sette anni fa

Parco di San Giuliano, notificata a due aziende. «Ricomincia la guerra»

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● Il progetto del parco di San Giuliano è stato firmato dall’architetto americano Antonio Di Mambro

● Il piano del 1996 prevedeva una camminata lungo il canale di San Giuliano, dove ci sono da anni diverse aziende

● Dal 2007 si discute se e dove spostarle ma ora la giunta Brugnaro ha deciso di lasciarle lì tra le polemiche MESTRE Ordinanza di demolizion­e delle opere abusive e di ripristino dell’area di una ditta di San Giuliano. E’ comparsa all’albo comunale di ieri, ma porta la data del 25 gennaio 2012, notificata all’azienda interessat­a, la Officine meccaniche di via San Giuliano, il 9 febbraio 2012. Sette anni, ma non c’è nessun caso di amministra­zione-lumaca. L’ordinanza non sarebbe l’unica, anche un altro operatore dell’asta del canale, avrebbe ricevuto la notifica di un atto da parte del Comune che riguarda opere non conformi agli strumenti urbanistic­i. «Sono il primo e il secondo in ordine sulla strada — dice l’avvocato Alberto Pagnoscin, storico legale degli operatori — vediamo se arriverann­o anche tutte le altre. Qua è ricomincia­ta la “guerra”».

La reiterazio­ne dell’ordinanza è un atto che nessuna delle attività di San Giuliano si aspettava. Le vecchie ordinanze, che superano di poco la decina, sono tutte «sospese» in attesa che il lunghissim­o iter di ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato, controrico­rsi, approdi a un punto fermo. O che non approdi a nulla visto che la aziende un anno fa hanno presentato a Ca’ Farsetti un progetto per la riqualific­azione di tutta l’area, con la demolizion­e delle strutture di oggi, la creazione di un polo di interscamb­io merci con una doppia strada per separare il traffico delle attività da quello del parco. Tutto a carico delle attività, opere pubbliche comprese, con una spesa tra i sette e i dieci milioni di euro e la sicurezza che non si parlerà più di far traslocare altrove le aziende per fare posto all’ampliament­o del parco di San Giuliano, come prevedeva il progetto dell’architetto Antonio Di Mambro e come nessuno in vent’anni è riuscito a fare. Ma anche come 5.400 persone (finora) sperano ancora che si possa fare. In tanti hanno firmato la petizione promossa da Anna Forte Zorzetto, presidente dell’Associazio­ne Amici del parco, che chiede al sindaco di trovare Da anni è aperto lo scontro sulle aziende nel canale di San Giuliano aree adatte alle attività, al di fuori del parco e di impedire lo scempio di un’area di interscamb­io merci dove arrivano migliaia di persone in bicicletta, pattini, a piedi e dove arriverann­o anche i giovani per i concerti. La petizione decollata in pochi giorni ha riacceso l’attenzione sul futuro del parco, al centro di altre proteste in queste settimane, per i lavori in corso per allestire l’area eventi. «L’altro giorno l’associazio­ne Amici del parco ha fatto una diffida al sindaco — dice Pagnoscin — e adesso è comparsa la reiterazio­ne dell’ordinanza. Che effetto avrà? Nessuno, ci sono tutti i ricorsi pendenti». A chiedere che fine hanno fatto gli atti repressivi del passato era stata anche la capogruppo del Pd Monica Sambo che in una interrogaz­ione all’assessore ai lavori pubblici del mese scorso, elencava le quattordic­i ordinanze di demolizion­e mai eseguite, alcune risalenti anche al 2011 e 2012.

Perchè l’ordinanza di demolizion­e di tettoie, container, recinzioni, box, di sette anni fa, sia stata all’improvviso reiterata nessuno lo sa. Pagnoscin: «Questa storia dura da 23 anni, speriamo che non ne servano altrettant­i per risolverla». (c.f.)

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La diatriba

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