Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Diamanti, prima condanna a risarcire per Banco Bpm
VERONA Il Tribunale di Verona ha condannato Banco Bpm a risarcire il danno causato a un investitore - si tratta del nipote di una risparmiatrice veronese, nel frattempo venuta a mancare - dalla compravendita di cinque diamanti acquistati dalla Intermaket Diamond Business. Lo hanno reso noto gli avvocati Vincenzo e Camilla Cusumano, sottolineando che «questo provvedimento giudiziario è il primo in Italia».
La vicenda riguarda una correntista, indotta dalla banca (ex Banco Popolare di Verona, ora Banco Bpm) ad acquistare diamanti proposti come un «bene rifugio». L’affare era stato proposto da un funzionario del Banco della filiale di via Nogara, a Verona. «I diamanti - evidenziano i legali - erano venduti a un prezzo circa quattro volte più alto del reale valore e Intermarket Diamond Business, per convincere gli investitori sulla convenienza dell’operazione, provvedeva a pubblicare finte quotazioni, che poi si sono rivelate essere pagine pubblicitarie a pagamento».
In totale, la compravendita stipulata dalla risparmiatrice veronese ammontava a 46.222,40 euro. La sentenza del giudice veronese Massimo Vaccari ha riconosciuto al nipote il risarcimento completo del danno (quantificato in 32 mila euro), ovvero la differenza tra il reale valore dei diamanti e il prezzo pagato. Non è stato invece riconosciuto il danno morale. Decisiva, nel corso della controversia civile durata circa un anno, si è rivelata la perizia di un gemmologo, secondo cui, in realtà, i diamanti di Intermarket Diamond Business, la società ora fallita che vendeva le pietre attraverso negli sportelli di Unicredit e Banco Bpm, valevano un quarto del capitale investito.