Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Una resa senza condizioni La Reyer si trascina a gara 4

L’Umana crolla a -24 e lascia a Trento la terza partita. Domani in campo sul 2-1

- R. S.

Poteva essere una serie corta quella tra Venezia e Trento? Ma quando mai. Rischia invece di essere una specie di AlìFrazier a Manila, una serie lunga, con la guardia abbassata e senza esclusione di colpi. Perché Trento riemerge dalla fossa che la Reyer le aveva scavato nelle prime due gare e, sul parquet amico, trova la forza per allungare il confronto di almeno altri 40 minuti. Ma la sensazione è che si possa anche tornare al Taliercio.

Una partita che metteva di fronte un’Aquila con le spalle al muro e con una striscia di record negativi da brividi e una Reyer ancora corta di rotazioni ma convinta di potersi portare a casa la serie senza ulteriori chance trentine. Il tutto si traduce in un primo quarto dove Trento parte come se un domani, in realtà, non ci fosse. Con il doppio play, a testa bassa, con Marble da ala piccola e cercando tutti i contatti possibili in attacco e in difesa. La Reyer ripropone il classico quintetto con Mazzola ala grande e Watt. La mira? Insomma. I ferri della Blm Arena non sono tanto più amici di quelli del Taliercio, un po’ perché in questa serie va così e un po’ perchè la match-up reyerina, marchio di fabbrica del book di De Raffaele, quando funziona è un sacco di sabbia negli ingranaggi dell’avversario. Ma se la musica in campo cambia non puoi continuare a ballare allo stesso ritmo, perché le figure sono importanti nel basket quanto nel tango.

E la musica la fa cambiare Trento nel secondo quarto con cattiveria, agonismo, rabbia e liberando dalla polvere Beto e Marble, anche se Venezia trova due gracili punticini di vantaggio con un appoggio di Watt. Sostanza: parziale di 21-8 trentino e Reyer che sbanda paurosamen­te senza trovare approdo sicuro nel suo uomo-faro sotto i tabelloni, cioè Vidmar e con un Bramos stinta fotocopia dell’implacabil­e cecchino che è (0/8 al tiro). All’intervallo lungo l’inerzia è tutta bianconera e gli orogranata sembrano con il fiato corto: il 38-23 dice non tutto, per carità, ma tanto. E la Reyer rientra dagli spogliatoi molle come un soufflé uscito male, sbaglia tantissimo e, peggio, nemmeno riesce a opporre il fisico alle accelerate trentine, che a metà terzo parziale mettono insieme gli stessi punti (51) segnati in 40 minuti in gara due. Alla Reyer non funziona proprio nulla, un po’ per l’aggressivi­tà trentina e tanto perché a tratti sembra che ai giocatori di De Raffaele si sia spenta in testa la luce. E il linguaggio del corpo, oltre che le facce, fa capire perchè il vantaggio interno si dilati fino al +24 (64-40).

Poi però succede quel che a volte nel basket accade. Ti siedi, senti la fatica e ti sembra di aver già vinto. Sembra, perchè la Reyer infila un 13-0 di parziale e arriva fino al -9 (64-53) a 4’ dalla fine, quando è Craft a frenare l’emorragia buttandone due nel cesto. Ma è comunque tardi: Daye perde due palle sanguinose e i titoli di coda scorrono, la musica finisce e gli amici se ne vanno. Ma non è stata un’inutile serata, questo no. Domani si gioca gara 4 e, forse, si giocherà anche gara 5. Sono i playoff, bellezza.

 ?? Fatica ?? La difesa della Reyer non è riuscita a contenere l’Aquila Trento in gara 3 (Ciamillo)
Fatica La difesa della Reyer non è riuscita a contenere l’Aquila Trento in gara 3 (Ciamillo)

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