Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La regina dell’Olympia: «Niente errori e costi contenuti»

- Lorenzo Fabiano

Correva il 10 gennaio del

2006: a un mese dall’accensione del braciere olimpico di Torino, Isolde

Kostner annunciò il proprio ritiro dalle competizio­ni per dedicarsi alla famiglia e alla maternità in arrivo. Alla cerimonia di chiusura fu lei in abito nuziale a spegnere la fiamma olimpica. Lasciò il mondo dello sci con tre medaglie olimpiche (un argento a Salt Lake City nel 2002 e due bronzi a Lillehamme­r nel 2004), quindici vittorie in coppa del mondo e due ori e un argento mondiali.

In vista del voto di Losanna il prossimo 24 giugno, il dossier stilato dal Cio sulla candidatur­a di Milano-Cortina ai giochi del 2026 è molto positivo e lascia spazio all’ottimismo...

«È tutto molto bello. È una notizia positiva. Facciamo tutti il tifo affinché le Olimpiadi del 2026 si disputino in Italia. Ci sono però due aspetti che ritengo fondamenta­li e che vorrei sottolinea­re» Partiamo col primo...

«Mi auguro che non si ripetano gli errori del passato. Leggo che il 93% degli impianti sono già esistenti o temporanei. Questo è secondo me molto importante e potrebbe fare la differenza a favore della candidatur­a italiana. Dopo i giochi di Torino, troppi impianti costruiti ad hoc, poi non sono più stati utilizzati e sono finiti in abbandono. Spero che ciò non avvenga».

Il secondo?

«I costi, il cui contenimen­to è secondo me una priorità. In passato abbiamo assistito a spese faraoniche per lasciare poi delle cattedrali nel deserto. Quei tempi sono finiti. L’Italia non vive certo un ciclo economico favorevole, non possiamo lasciarci andare a spese esagerate. È fondamenta­le tenere i costi di questa Olimpiade sotto controllo».

Cortina dovrebbe essere teatro delle gare di sci alpino femminile. Sull’Olympia delle Tofane lei ha vinto cinque volte in Coppa del mondo. Prova che con quella pista lei aveva un feeling particolar­e. È così?

«A Cortina sono sempre andata molto bene. Sull’Olympia ho vinto quattro discese libere e un supergigan­te. A detta di tutte le atlete è una pista bellissima e completa. Alterna tratti difficili a tecnici: è un susseguirs­i di contropend­enze e salti».

"Dopo i giochi di Torino, troppi impianti costruiti ad hoc, poi non sono più stati utilizzati e sono finiti in abbandono

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