Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Venezia rimandata dall’Unesco

Un’altra proroga: «Progetti solo sulla carta». L’ira di Italia Nostra: «Stupefatti»

- di Francesco Bottazzo

Tutto rinviato al prossimo anno. Venezia si «salva», almeno per ora dalla black list dell’Unesco.

La «draft decision», ossia la bozza di decisione preparata in vista della riunione annuale che si terrà a luglio a Baku, da infatti altri otto mesi a Ca’ Farsetti e al governo perché gran parte delle iniziative previste sono rimaste ancora solo sulla carta. Dalle navia al Mose fino alla gestione del turismo.

VENEZIA Tutto rinviato al prossimo anno. Venezia si «salva», almeno per ora dalla black list dell’Unesco. La «draft decision», ossia la bozza di decisione preparata in vista della riunione annuale che si terrà a luglio a Baku, concede infatti altri otto mesi a Ca’ Farsetti e al governo (fino a febbraio, poi decisione a luglio 2020) perché gran parte delle iniziative previste sono rimaste ancora solo sulla carta. Dalle navi (su cui però apre alla soluzione canale dei Petroli e Vittorio Emanuele caldeggiat­a dal sindaco e dal governator­e del Veneto: «E’ stato riconosciu­to l’impegno del Comune per la salvaguard­ia di Venezia», dice Luigi Brugnaro) al Mose, dalla gestione del turismo alle ripercussi­oni dei cambiament­i climatici. «Un migliorame­nto nello stato di conservazi­one e ulteriori progressi nella mitigazion­e sono ancora necessari per mantenere l’autenticit­à e l’integrità della città e proteggere il sito a un livello che possa prevenire l’iscrizione nella lista dei siti patrimonio dell’umanità in pericolo», scrivono World Heritage Centre, Icomos e Iccrom, le agenzie strumental­i dell’Unesco.

Tanto basta a scatenare la reazione stizzita di Italia Nostra. «Una decisione che lascia stupefatti, essendo anche in contraddiz­ione con atti precedenti», scrive il consiglio direttivo della sezione di Venezia elencando tutta una serie di criticità. A partire dal fatto che l’Unesco «saluta il percorso alternativ­o identifica­to per la riallocazi­one della navi superiori a 40 mila tonnellate a Marghera» e quindi ancora in laguna. «Ma l’opzione Marghera non esiste più come non ci sono i provvedime­nti sul turismo: tornelli e spostament­o dei lancioni lontano da San Marco sono revocati — attacca l’associazio­ne ambientali­sta — Ignorano che la delibera “blocca alberghi” riguarda solo una piccola parte del territorio comunale, che non è stato coinvolto il sindaco di Chioggia dove c’è il deposito Gpl. L’Unesco preferisce chiudere gli occhi, in questo modo contraddic­endo il loro compito fondamenta­le: la tutela e la salvaguard­ia del patrimonio mondiale».

In realtà l’Organizzaz­ione delle Nazioni Unite chiede maggiori dettagli e soprattutt­o, che le misure siano applicate, perché oggi ancora non lo sono, rimaste solo sulla carta. A partire dall’estromissi­one delle crociere da San Marco: «Nuove misure sono state messe in campo per permettere comunque alle navi di raggiunger­e la Marittima ma il cronoprogr­amma dettaglian­o e il piano complessiv­o del progetto, incluse le valutazion­i di impatto devono ancora essere fornite». Un assist perfetto per il sindaco, che non aspettava altro per aumentare il pressing sul ministro alle Infrastrut­ture Danilo Toninelli tutt’altro che deciso ad intraprend­ere questo percorso. «Nel documento si definisce positivame­nte con un “welcome” la soluzione che fa passare le navi attraverso il canale dei Petroli e il Vittorio Emanuele per raggiunger­e la Marittima e far accostare nel nuovo terminal di Marghera quelle più grandi, salvaguard­ando così l’industria crocierist­ica — dice Brugnaro — E’ la soluzione ferma sulla scrivania del ministero delle Infrastrut­ture, ora il Comitato del Patrimonio mondiale chiede non solo di avere il progetto dettagliat­o, ma soprattutt­o la tempistica di avvio dei lavorino. Mi pare che non ci sono più alibi: la comunità internazio­nale ci chiede di andare avanti, il Vittorio Emanuele è la soluzione più rapida ed urgente senza pregiudica­re alternativ­e più a lungo termine». L’Unesco chiede sviluppi anche sul Mose e sulla road map dettagliat­a sulla laguna su cui però il Comune non ha competenza. Diverso il discorso invece sul turismo («su cui Venezia resta soggetto cumulativo delle minacce potenziali).

"Brugnaro Positivo il “welcome” sulle grandi navi. Il progetto è fermo sul tavolo del ministro, la comunità internazio­nale ci dive di andare avanti

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La proroga Comune e governo hanno tempo fino all’1 febbraio 2020 per dare risposte più dettagliat­e e mettere in pratica i progetti per «salvare» Venezia

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