Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Nessun «tradimento», la Cini dovrà riassumerlo
Fondazione, capo del personale era stato licenziato per insubordinazione al segretario generale
VENEZIA Per la fondazione Cini la sua era stata una «palese insubordinazione», un gesto «sconcertante» tanto grave da costargli il posto di lavoro, peccato che per il tribunale invece si sia trattato di un comportamento in linea con i compiti di un dirigente delle risorse umane, che ha quindi fatto «né più né meno di quanto gli era stato richiesto». Il ricorso di Mauro Frongia contro l’ente dell’isola di San Giorgio, che l’aveva licenziato nel gennaio del 2018, è stato pienamente accolto dal giudice e ora la fondazione dovrà risarcire il dirigente di dodici mensilità e reintegrarlo, oltre a sostenere in toto le spese di lite, valutate sopra i cinquemila euro. La vicenda era esplosa a seguito di un contrasto tra Frongia e il segretario generale della Cini, Pasquale Gagliardi: nel dicembre del 2017 il capo delle risorse umane, nel corso di un colloquio, avrebbe dissuaso una collaboratrice esterna – formalmente dipendente di CoopCulture ma da oltre dieci anni impegnata con la fondazione - dal licenziarsi dalla cooperativa e dall’accettare qualsiasi proposta di assunzione che arrivasse dalla Cini. Gagliardi lamentò il tradimento della rapporto di fiducia con il suo dirigente e lo liquidò, dopo aver effettivadonna mente assunto la donna. Ma, come ha stabilito il tribunale, in realtà Frongia nell’agire in questo modo non avrebbe in alcun senso contravvenuto alle direttive della fondazione, che invece gli aveva proprio richiesto di stabilire l’eventuale legittimità dell’assunzione di quella collaboratrice «di cui tutti parlavano bene»; come responsabile delle risorse umane Frongia aveva però individuato nel passaggio della un possibile caso di intermediazione di manodopera e aveva quindi agito di conseguenza, preoccupandosi che la dipendente della cooperativa non si convincesse a lasciare un posto di lavoro per un altro in cui forse non poteva subentrare. In questo Frongia avrebbe perciò seguito alla lettera le disposizioni dello stesso Gagliardi, quando domandava una verifica. Il giudice, pur accogliendo il ricorso, ha bocciato l’ipotesi di un licenziamento ritorsivo avanzata da Frongia. Ora la fondazione Cini ha la possibilità di ricorrere in appello.