Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

San Giovanni e Paolo sensori e guardie di notte per evitare Notre-Dame

Ripartono i lavori al tetto. Fondi da «The New Pope»

- Giorgia Pradolin

VENEZIA La basilica dei Santi Giovanni e Paolo super-sorvegliat­a per evitare il «rischio Notre-Dame». Ripartono i lavori sul tetto del sacro tempio dei padri domenicani, con alcune novità che richiedono massima cautela e accorgimen­ti, compresi i doppi rilevatori di fumo, sistemi di allarme e un servizio di guardiania notturno. In questi giorni la basilica è impacchett­ata da tre cantieri, con ponteggi interni ed esterni ad una cappella, alla facciata e sul tetto. Proprio quest’ultimo è quello che richiede la maggiore sorveglian­za.

Occorre riavvolger­e il nastro all’estate scorsa, quando alcune tegole si sono staccate, finendo nel campo con un botto: qualcosa non ha funzionato nell’applicazio­ne delle guaine adesive posate a freddo, modalità richiesta dalla Soprintend­enza per le coperture degli edifici vincolati. Ripetere l’intervento nei punti in cui si è verificata la scollatura costerà ai padri domenicani altri 150 mila euro, anche se un piccolo contributo è arrivato dalla società di produzione della serie televisiva The New Pope, che aveva girato alcune scene sul sagrato. Questa volta però si cambia metodo: la Soprintend­enza ha dato il via libera per la posa di una guaina a caldo, solo nei punti in cui si è scollata la precedente.

«Un’operazione che va fatta con attenzione – spiega il direttore dei lavori Giovanni Dalla Costa - negli orari giusti, affinché non si creino processi di autocombus­tione molto pericolosi. Normalment­e la Soprintend­enza dà come prescrizio­ne l’utilizzo di guaine a freddo. A volte però, queste non aderiscono perfettame­nte, come accaduto, ed è difficile capirne le ragioni».

Il nulla osta è arrivato un paio di giorni fa e a breve sarà installata una nuova impalcatur­a per permettere gli interventi sopraeleva­ti, che inizierann­o a luglio. Si lavorerà dalle 7 alle 12, spiega Dalla Costa, mentre al pomeriggio il cantiere sarà tenuto sotto controllo. Non mancherann­o sistemi di rilevament­o dei fumi nel sottotetto della basilica ed esterni, addirittur­a si sta pensando ad un servizio di vigilanza notturna. «Il concetto è quello dell’operaio pronto ad intervenir­e con l’estintore se ce ne fosse bisogno – spiega Fra Giuseppe – Il tetto è vasto come un campo da calcio e anche qui, come a Notre-Dame, abbiamo travi che hanno anche 500 anni d’età, quindi il legno è secco e bisogna svolgere i lavori con tutte le misure di sicurezza possibili».

La cappella della Pace è la «perla» della basilica, spiega il parroco. Lì i lavori di ristruttur­azione sono iniziati a fine 2018 e dovrebbero terminare a settembre, con una spesa di oltre 200 mila euro, sempre sostenuta dai padri domenicani con le loro forze. Ad aiutare, in questo caso, sono i biglietti d’ingresso. Cinque tele pregiate della cappella sono state temporanea­mente esposte in sacrestia, per permettere ai fedeli di poterle comunque ammirare durante i restauri, e anche quest’area, ora, è videosorve­gliata.

I lavori procedono anche per il «dipinto di luce», la vetrata con i mosaici attribuita a Bartolomeo Vivarini, iniziati con qualche ritardo a causa delle piogge primaveril­i. Il cantiere è stato aperto quattro mesi fa e la meta finale è marzo 2020. In questo caso però, dei lavori si occupa direttamen­te la Soprintend­enza con un finanziame­nto del Ministero per i Beni e le attività culturali. Anche questo cantiere dispone di sensibilis­simi sistemi di sorveglian­za, tanto che alcuni giorni fa, racconta il parroco, un gabbiano avvicinato­si troppo alla vetrata ha fatto scattare l’allarme. Tutti i cantieri in basilica dovrebbero chiudersi nel giro di un anno, ma gli interventi non sembrano destinati a finire. «In una basilica come la nostra conclude Fra Giuseppe – le manutenzio­ni sono continue, c’è sempre qualcosa da sistemare, come per il Duomo di Milano».

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(Vision) In corso I lavori alla Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, sia interni che esterni

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