Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
San Giovanni e Paolo sensori e guardie di notte per evitare Notre-Dame
Ripartono i lavori al tetto. Fondi da «The New Pope»
VENEZIA La basilica dei Santi Giovanni e Paolo super-sorvegliata per evitare il «rischio Notre-Dame». Ripartono i lavori sul tetto del sacro tempio dei padri domenicani, con alcune novità che richiedono massima cautela e accorgimenti, compresi i doppi rilevatori di fumo, sistemi di allarme e un servizio di guardiania notturno. In questi giorni la basilica è impacchettata da tre cantieri, con ponteggi interni ed esterni ad una cappella, alla facciata e sul tetto. Proprio quest’ultimo è quello che richiede la maggiore sorveglianza.
Occorre riavvolgere il nastro all’estate scorsa, quando alcune tegole si sono staccate, finendo nel campo con un botto: qualcosa non ha funzionato nell’applicazione delle guaine adesive posate a freddo, modalità richiesta dalla Soprintendenza per le coperture degli edifici vincolati. Ripetere l’intervento nei punti in cui si è verificata la scollatura costerà ai padri domenicani altri 150 mila euro, anche se un piccolo contributo è arrivato dalla società di produzione della serie televisiva The New Pope, che aveva girato alcune scene sul sagrato. Questa volta però si cambia metodo: la Soprintendenza ha dato il via libera per la posa di una guaina a caldo, solo nei punti in cui si è scollata la precedente.
«Un’operazione che va fatta con attenzione – spiega il direttore dei lavori Giovanni Dalla Costa - negli orari giusti, affinché non si creino processi di autocombustione molto pericolosi. Normalmente la Soprintendenza dà come prescrizione l’utilizzo di guaine a freddo. A volte però, queste non aderiscono perfettamente, come accaduto, ed è difficile capirne le ragioni».
Il nulla osta è arrivato un paio di giorni fa e a breve sarà installata una nuova impalcatura per permettere gli interventi sopraelevati, che inizieranno a luglio. Si lavorerà dalle 7 alle 12, spiega Dalla Costa, mentre al pomeriggio il cantiere sarà tenuto sotto controllo. Non mancheranno sistemi di rilevamento dei fumi nel sottotetto della basilica ed esterni, addirittura si sta pensando ad un servizio di vigilanza notturna. «Il concetto è quello dell’operaio pronto ad intervenire con l’estintore se ce ne fosse bisogno – spiega Fra Giuseppe – Il tetto è vasto come un campo da calcio e anche qui, come a Notre-Dame, abbiamo travi che hanno anche 500 anni d’età, quindi il legno è secco e bisogna svolgere i lavori con tutte le misure di sicurezza possibili».
La cappella della Pace è la «perla» della basilica, spiega il parroco. Lì i lavori di ristrutturazione sono iniziati a fine 2018 e dovrebbero terminare a settembre, con una spesa di oltre 200 mila euro, sempre sostenuta dai padri domenicani con le loro forze. Ad aiutare, in questo caso, sono i biglietti d’ingresso. Cinque tele pregiate della cappella sono state temporaneamente esposte in sacrestia, per permettere ai fedeli di poterle comunque ammirare durante i restauri, e anche quest’area, ora, è videosorvegliata.
I lavori procedono anche per il «dipinto di luce», la vetrata con i mosaici attribuita a Bartolomeo Vivarini, iniziati con qualche ritardo a causa delle piogge primaverili. Il cantiere è stato aperto quattro mesi fa e la meta finale è marzo 2020. In questo caso però, dei lavori si occupa direttamente la Soprintendenza con un finanziamento del Ministero per i Beni e le attività culturali. Anche questo cantiere dispone di sensibilissimi sistemi di sorveglianza, tanto che alcuni giorni fa, racconta il parroco, un gabbiano avvicinatosi troppo alla vetrata ha fatto scattare l’allarme. Tutti i cantieri in basilica dovrebbero chiudersi nel giro di un anno, ma gli interventi non sembrano destinati a finire. «In una basilica come la nostra conclude Fra Giuseppe – le manutenzioni sono continue, c’è sempre qualcosa da sistemare, come per il Duomo di Milano».