Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ex Acqualandi­a senza stagionali: «Colpa del Rdc»

Jesolo, la denuncia del titolare del Caribe Bay: «Offriamo stipendi da 1.200 euro al mese»

- Andrea Rossi Tonon

JESOLO (VENEZIA) Allarme carenza di personale lungo la costa veneta. Dopo gli alberghi ora anche i chioschi e Caribe Bay, il parco a tema acquatico famoso in tutta Europa, stanno incontrand­o non poche difficoltà a completare l’organico e tra le cause principali pare esserci il reddito di cittadinan­za. «Mai vissuta una stagione come questa, non riusciamo a reperire personale – dice amareggiat­o e incredulo Luciano Pareschi, titolare di Caribe Bay -. Stiamo cercando di capire il perché, ma di certo il reddito di cittadinan­za non ci sta aiutando». E lo stesso vale per i locali che affacciano sul mare, che dopo aver visto sparire figure importanti come quella dello snackista ora non riescono a trovare nemmeno giovani in cerca della prima esperienza lavorativa: «Non è il primo anno che fatichiamo a reperire personale ma i posti da coprire sono in aumento e l’introduzio­ne del reddito di cittadinan­za può aver ridotto il numero di candidati – dice Lorenzo Vallese, presidente Consorzio Veneto Chioschi -. Solo per colmare i buchi ogni chiosco avrebbe bisogno di una o due persone, se poi immaginiam­o di voler costituire un gruppo con personale qualificat­o allora saliamo a 3 o 4». Escludendo Bibione dove le strutture sono gestite dal Comune, tra Caorle e Sottomarin­a i chioschi frontemare sono circa 140 per cui il conto è presto fatto: più di 200 posti vacanti per rispondere alle esigenze primarie, quasi 500 se puntiamo all’ideale.

Sono invece 50 le figure ricercate da Caribe Bay, che con i suoi 220 dipendenti rappresent­a l’azienda più grande di Jesolo. «Avevamo già visto una diminuzion­e delle richieste che raccogliam­o attraverso il sito, poi la cosa è diventata tangibile quando abbiamo iniziato ad assumere – riprende Pareschi -. Stiamo cercando di capire qual è stato il fattore scatenante ma qualcuno ci ha fatto capire che, a fronte di un lavoro stagionale impegnativ­o, preferiva percepire il reddito di cittadinan­za. Se il non lavorare viene preferito, allora c’è veramente da preoccupar­si».

Addetti alla ristorazio­ne, alle case, manutentor­i per le riparazion­i e bagnini sono le figure più ricercate dal parco a tema acquatico, pronto a offrire un regolare contratto stagionale e salari che, pur variando in base all’impiego, partono da circa 1.200 euro. Simile il salario offerto dai gestori di chioschi ai giovani alla prima esperienza: «La maggior parte dei nostri lavoratori sono ragazzi che cercano un impiego stagionale dopo la chiusura delle scuole – continua Vallese -, ma ora la maggior parte non vuole lavorare nel weekend oppure non si accontenta dello stipendio minimo previsto dal contratto nazionale». In realtà qualcuno che possa ambire a guadagnare più di 2 mila euro al mese lavorando in un chiosco c’è: lo snackista. «Non se ne trovano e chi ce l’ha se lo tiene stretto – sottolinea il presidente dei chioschist­i -. C’è una richiesta sempre maggiore

di snack, che naturalmen­te vanno oltre al semplice toast, basti pensare al finger food o all’happy hour. Servono lavoratori preparati ma anche dotati di fantasia».

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Ho fatto splash Il parco acquatico di Jesolo (in foto Melita Toniolo tra gli ospiti) fatica a trovare personale

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