Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La discolabirinto è all’aperto Il ritorno dei Subsonica
Oggi tappa al Rookazoo di Verona, il 5 allo Sherwood di Padova
«La musica dei Subsonica è in continua trasformazione ma non disconosce le proprie radici. Per questo nei concerti abbiamo sempre continuato a suonare i brani delle origini: non è un tuffo nel passato ma un continuum musicale».
A dirlo è Max Casacci, fondatore, chitarrista e produttore della band che trasformerà in una «Discolabirinto», oggi, il Rookazoo Music Festival di Verona e, il 5 luglio, lo Shewood
Festival di Padova, due tappe della tournée estiva di «8», ultimo album del gruppo.
A presentare il nuovo disco siete passati in zona anche in autunno. Quello estivo sarà uno spettacolo diverso?
«C’è un po’ di rimpasto, anche se la prima parte sarà caratterizzata dai brani di “8”. Inseriremo canzoni di “Una nave in una foresta”, che mancavano nei palazzetti, e un brano particolarmente significativo scritto nei primi anni Zero, dopo i fatti di Genova, Sole silenzioso, un brano purtroppo molto attuale. Siamo preoccupati nel vedere profilarsi all’orizzonte scenari di autoritarismo in tutto il mondo. C’è una sorta di incoscienza generale, ci siamo quasi dimenticati che la libertà non è un bene inalienabile ma che deve essere tutelata e salvaguardata».
Fare musica negli anni Novanta o farla oggi è molto differente?
«Certo è cambiato molto rispetto a quando facevamo i dischi con l’Atari e i floppy disc, ma non per forza in meglio. La quantità di tempo che si passava per portare a compimento un brano corrispondeva ad una quantità di ore di energia che, in qualche modo, si depositava in quella canzone. Quelle tecnologie poi ti costringevano a suonare assieme».
Nell’economia del gruppo, i progetti solisti servono ai Subsonica per risaldare i ranghi della band?
«Inevitabilmente ci sono stati attriti e tensioni rispetto alle volontà centrifughe dei singoli elementi. Ma quando questa spinta si affievolisce o viene meno, tornano a farsi sentire i legami profondi con la band che, come le radici di un albero, non si vedono, ma ci sono e ci tengono assieme».
Come mai la scelta di riaprire un vostro account su MySpace?
«Volevamo fare un gioco di archeologia social: ci affascinava e divertiva molto».
Lo Sherwood è una tappa fissa nei vostri tour, c’è un legame particolare con questo festival?
«Suonavo alla festa di Sherwood prima ancora degli Africa Unite. Ricordo che a fine concerto ci trovavamo tutti a dormire sulla moquette di Radio Sherwood. Ogni volta che torniamo ci aspettano abbracci fraterni».
Tra venti anni si immagina ancora sul palco con i Subsonica?
«L’obiettivo è da farne almeno altri sedici per battere il record dei Pooh che, per 36 anni, non hanno cambiato la formazione».
" Casacci Puntiamo a suonare altri 16 anni per battere il record dei Pooh