Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vongole, analisi ferme al 2015 Bettin: «Piano di controlli»
Pfas nelle vongole, l’ultima indagine della Regione della quale siano stati diffusi i dati risale agli anni 2014-2015 e fu condotta dal Cnr. In base ai limiti fissati dalla normativa nazionale, stabilì che si era parecchio al di sotto. Da gennaio, nei comuni dell’area Pfas tra Vicenza Verona e Padova è vietato consumare pesce pescato nei fiumi dell’area a rischio; per la laguna e il mare non ci sono limiti. «Il pesce assorbe queste sostanze – ha spiegato ieri alla Rai il responsabile dell’Arpav di Venezia Loris Tomiato – E rispetto ad un limite di qualità di 9,1 microgrammi per chilo di prodotto umido, siamo su valori estremamente più bassi di 1,2 o 1,4 microgrammi». Il limite di concentrazione è un argomento spinoso: lo Stato ne ha uno, la Regione ne ha fissati altri per l’acqua potabile (0,2 nanogrammi) e altri diversi per le acque ad uso irriguo, zootecnico, gli scarichi in mare, gli alimenti. Una babele complicata dal fatto che le analisi su alimenti , scarichi in mare e Porto Marghera fanno capo rispettivamente all’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan, all’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin (ma per la laguna ci deve pensare il Provveditorato alle Opere Pubbliche) e all’assessore allo Sviluppo Economico Roberto Marcato. «Con lo Stato eravamo rimasti che bisognava indire un tavolo per coordinare i limiti ma la cabina di regia non si è mai vista», dice l’assessore Bottacin. «Era inevitabile che l’inquinamento da Pfas non fronteggiato per tempo dalla Regione e dal governo di Roma, dal suo storico epicentro nel vicentino giungesse infine al mare e in laguna e rischiasse di entrare nella catena alimentare osserva il presidente della Municipalità di Marghera Gianfranco Bettin - È necessario un piano per monitorare costantemente tutti i corsi d’acqua e bonificare a monte. (mo.zi.)