Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Malick annegato, nei guai 2 bagnini E continuano i post razzisti

Jesolo, ancora post razzisti. Il sindaco: «Rifarei tutto»

- Zorzi, Tonon

L’ipotesi è che i soccorsi siano arrivati tardi e che questo sia stato fatale per Malick Diagne, il 23enne annegato a Jesolo.Il pm ha iscritto tra gli indagati due bagnini.

VENEZIA L’ipotesi al vaglio degli inquirenti, tutta da valutare, è che i soccorsi siano arrivati in ritardo e che questo possa essere stato fatale a Malick Diagne. Il 23enne senegalese è annegato dopo un tuffo dal pedalò nel giorno di Ferragosto sulla spiaggia di Jesolo, nel primo pomeriggio davanti a migliaia di bagnanti. E ieri, in vista dell’autopsia, il pm Massimo Michelozzi ha deciso di iscrivere sul registro degli indagati i due bagnini che erano in servizio in quel settore della spiaggia. Un atto dovuto e a garanzia dei due giovani, proprio per verificare eventuali omissioni o ritardi, dando loro la possibilit­à di nominare un consulente medico-legale, visto che l’esame dovrà appurare se Diagne abbia avuto un malore che l’ha fatto affondare oppure se sia annegato. Il 23enne, a differenza di altri amici con cui era arrivato a Jesolo, sapeva nuotare, tanto che si era già tuffato più volte.

A denunciare i tempi lunghi dei soccorsi sarebbero stati proprio gli amici della vittima, quando sono stati sentiti dagli inquirenti della Guardia Costiera. Ed è per questo che il pm non ha voluto lasciare alcun punto oscuro nella dinamica della tragedia. Jesolo Turismo, da parte sua, difende invece l’operato dei suoi bagnini. «Prima di tutto ci stringiamo al dolore della famiglia - è la doverosa premessa del presidente Alessio Bacchin - Quando il nostro personale addetto al salvataggi­o non riesce, nonostante gli sforzi profusi, a salvare una vita, è sempre una sconfitta». Ma poi l’azienda entra nel dettaglio dell’intervento: «Abbiamo seguito la procedura indicata per fatti come questi e fatto tutto quello che era possibile per cercare di salvare questo giovane».

Continua intanto la polemica sui post razzisti e su alcuni commenti pubblicati sui social network critici nei confronti della decisione dell’amministra­zione comunale di Jesolo di rinviare il tradiziona­le spettacolo pirotecnic­o. «Sono convinto che sia stata una decisione giusta e sono contento che la maggior parte delle persone che ha commentato si sia detta d’accordo – spiega il sindaco Valerio Zoggia -. Purtroppo alcuni ritengono si dovesse festeggiar­e nonostante il mare non avesse ancora restituito il corpo di un povero ragazzo, dimostrand­o così di non avere alcun rispetto». A far discutere sono però anche i commenti razzisti comparsi sulla pagina Facebook «Occhio Jesolano». «Il Comune di Jesolo denunci quelle persone - dice l’ex deputato Mario Pezzoli -. Stiamo superando ogni limite, ci stiamo imbarbaren­do». «Ho letto parole disgustose – riprende Zoggia -. In ogni caso noi come Comune non agiremo per le vie legali». A farlo potrebbero essere invece gli amministra­tori della pagina Facebook.

Ad accendere gli animi è anche un video pubblicato ieri pomeriggio dal vicepresid­ente della Regione Gianluca Forcolin, nel quale un gruppo di ragazzi di colore suona dei bonghi in riva al mare a Jesolo, a pochi metri dal punto in cui, dopo quasi un giorno di ricerche, è stato rinvenuto il corpo senza vita, rivolgendo gravi insulti al ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Ogni persona ha il diritto di avere e di esprimere il proprio credo - scrive Forcolin - ma vi sembra normale questo “circo” in spiaggia? Se non vi comoda la sua politica e non vi piace il nostro Paese siete sempre liberi di tornare da dove siete venuti». Immagini che hanno scatenato l’ira di molti: «Mettetegli una pietra al collo e buttateli in mare tutti», scrive uno. «A me fate e farete sempre schifo!», scrive un altro. «No a commenti razzisti per favore», si è subito raccomanda­to l’assessore.

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A ritmo Sulla spiaggia di Jesolo alcuni stranieri intonano un canto contro Matteo Salvini

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