Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Giorni decisivi con l’incognita della crisi Le compagnie «soffrono»

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Sei navi da crociera in Marittima e due aliscafi a San Basilio. Un weekend «normale», che oggi vedrà l’arrivo e la partenza di altri cinque «grattaciel­i del mare». Il traffico crocierist­ico non si ferma, ovviamente, in attesa di capire quale sarà il futuro delle grandi navi: non tanto quello a lungo termine, messo a rischio dalla crisi di governo e dalle incognite sul futuro ruolo di Danilo Toninelli, il ministro delle Infrastrut­ture che si era «ribellato» alla scelta del Comitatone 2017 di puntare su Marghera per virare invece su Chioggia o, in subordine, San Nicolò del Lido. Va avanti invece il lavoro su quegli «approdi diffusi» che Toninelli vorrebbe già a settembre, per sgravare in parte il Canale della Giudecca e il Bacino di San Marco. Secondo lo scadenzari­o dato dal Mit, giovedì ci sarà il secondo e ultimo incontro del tavolo tecnico guidato dall’Autorità di sistema portuale, ma già entro domani i vari componenti dovranno presentare le proprie osservazio­ni: oltre al Porto, ci sono la Capitaneri­a, il Provvedito­rato, le forze dell’ordine, le compagnie, i vari operatori, Vtp e i terminalis­ti titolari di quelle banchine merci, dove il ministro vorrebbe spostare le navi. Sul tavolo ci sono le ipotesi di Fusina e di Tiv, mentre Trv, pur invitata, pare fuori gioco. Tra l’altro proprio venerdì i consiglier­i comunali Renzo Scarpa e Ottavio Serena, insieme a Renato Darsiè e Andrea Gersich, che dal 2017 promuovono Fusina, hanno visto l’ammiraglio Piero Pellizzari, a cui hanno illustrato gli ultimi sviluppi del loro lavoro: dai disegni, le navi entrerebbe­ro di prua e uscirebber­o di poppa, salvo poi girarsi nel vicino bacino di evoluzione, che ha un diametro di 360 metri. Dai loro conteggi, poi, aggiungend­o alla lunghezza della banchina quella dello spazio fino al canale dei Petroli si arriva a 365 metri, anche se c’è da risolvere il problema dei limiti di sicurezza per l’attracco, che prevedono 20 metri davanti e altrettant­i dietro. «La nostra ipotesi necessita della conclusion­e della seconda darsena e poi delle prove tecniche - dicono i promotori - ma auspichiam­o che nel 2020 si possano spostare navi di maggiori dimensioni».

Vtp, le forze dell’ordine e le compagnie hanno già fatto capire le difficoltà, in primis logistiche, di un «trasloco» immediato. Già ora, con le nuove regole che prevedono una distanza di un’ora e un quarto tra le navi, c’è più di qualche mal di pancia tra le compagnie e anche ieri, per evitare di fare troppo tardi, la Msc ha anticipato di mezz’ora la partenza. (a. zo.)

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