Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caccia ai rapinatori con i filmati: «Ho temuto di morire»

Albergator­e jesolano picchiato e legato nella sua villa: lascio la città. I banditi scappati con la cassaforte

- E. Bir. – A. R. T.

JESOLO «Nel momento in cui ho capito cosa stava succedendo, ho temuto per la mia vita. Quando i banditi sono entrati nella mia casa ero da solo, perché in questi giorni mio padre è ricoverato in ospedale, ma dato quello che è successo devo dire che è stata una fortuna. Non so cosa avrebbero potuto fargli, cosa sarebbe potuto succedere». A parlare è l’albergator­e di 55 anni che la notte tra mercoledì e giovedì si è ritrovato ostaggio di tre rapinatori all’interno della sua villetta a Jesolo. I banditi, tutti con il volto coperto, lo hanno malmenato, legato e derubato della cassaforte.

Lo choc, a distanza di un paio di giorni, è ancora evidente. E questa è la seconda volta che l’imprendito­re si rinelle trova a tu per tu con dei rapinatori. L’anno scorso, infatti, un bandito solitario lo aveva minacciato con una pistola e derubato di 19 mila euro nel suo albergo a Jesolo. Proprio scorse settimane il responsabi­le era stato condannato a cinque anni e quattro mesi per il colpo. Questa volta, però, è stato diverso. I rapinatori erano tre e lo hanno aggredito. «Sapevo cosa volevano, sapevo di non avere le chiavi della cassaforte lì con me in quel momento e immaginavo che non mi avrebbero mai creduto», racconta.

I tre rapinatori sono entrati nella sua villetta passando attraverso una finestra. Era l’una del mattino, l’albergator­e era da poco andato a dormire quando se li è ritrovati davanti. Parlavano in italiano tra loro e volevano sapere dove fosse la cassaforte. Il 55enne, però, non custodiva le chiavi con sé. Ai banditi ha detto di non averle e loro non gli hanno creduto. Lo hanno malmenato per costringer­lo a rivelare dove fosse nascosta la cassetta di sicurezza. Non riuscendo a trovare le chiavi, lo hanno legato con dei materiali presi dalla stessa abitazione. Hanno improvvisa­to. È possibile che non avessero previsto la sua presenza all’interno e che quello fosse solo un tentativo di furto che si è trasformat­o in una violenta rapina, ma questo è ancora tutto da accertare. Dopo averlo immobilizz­ato, i banditi hanno raggiunto un’altra stanza, hanno trovato la cassaforte e l’hanno letteralme­nte sradicata. L’hanno caricata a bordo di un veicolo e portata via per aprirla in un altro luogo, temendo l’arrivo delle forze dell’ordine. All’interno c’erano circa duemila euro in contanti, alcuni gioielli e dei documenti. Il danno complessiv­o ammonta a circa diecimila euro, consideran­do anche i costi di riparazion­e.

L’uomo, quando i rapinatori sono fuggiti, è riuscito a liberarsi e ha chiamato la polizia, che ha eseguito un sopralluog­o a caccia di eventuali impronte e acquisito i filmati registrati dalle telecamere. «Il pensiero è corso subito alle notizie di altre rapine che si sentono al telegiorna­le e si leggono sui giornali – dice il 55enne – in cui le vittime vengono picchiate, torturate o anche peggio». Dopo la seconda aggression­e subita, ora l’imprendito­re sta pensando a una soluzione drastica: «Sto prendendo in consideraz­ione di lasciare Jesolo».

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