Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bramos: «Lo scudetto da difendere? Stimoli in più per il gruppo»

- Matteo Valente

VENEZIA Quella che è appena iniziata per lui sarà la quinta stagione con la maglia orogranata. Ma questa, per forza, avrà un sapore molto speciale, perché gli regalerà l’onore di diventare il capitano della «sua» Reyer. Con lo scudetto ben cucito sul petto, Michael Bramos (in foto) è il nuovo leader della squadra campione d’Italia, una gratificaz­ione per il «greco» che in queste cinque stagioni in Laguna è stato determinan­te per la conquista dei due scudetti e della Europe Cup. Ora inizia una nuova avventura. «Sto bene a Venezia e sono felice di giocare per il quinto anno con questa maglia — le parole dell’ala — e non vedo l’ora di iniziare. Tutti avranno la motivazion­e di volerci battere perché siamo i campioni, noi dovremo averne ancora di più: fa piacere, ma è anche una grande responsabi­lità». Bramos succede a Marquez Haynes, che a sorpresa ha deciso di non continuare la sua avventura. «È stata una sorpresa che Marquez abbia preso questa decisione — continua Bramos — ci avevo parlato prima del rompete le righe e avevo capito che gli mancavano le motivazion­i e devo ammettere che se mancassero a me smetterei di giocare. Detto ciò rispetto la sua decisione». Nel mirino c’è già la Supercoppa in programma a Bari il 21 e 22 settembre per un trofeo che potrebbe essere alla portata del gruppo orogranata. «È importante iniziare bene per noi e per il club, è fondamenta­le sfruttare al meglio questo periodo di preparazio­ne per accrescere la chimica di squadra, perché questo potrà darci una mano a lavorare durante la stagione». Il tutto in attesa di avere il gruppo al completo con Daye in arrivo oggi, Vidmar in ripresa dopo l’operazione per l’appendicit­e e Filloy che è rimasto fra i 14 che si giocherann­o i posti a disposizio­ne per il Mondiale in Cina. «La società ha fatto un ottimo lavoro sul mercato — chiude Bramos — ha costruito una squadra competitiv­a, ora spetta a noi farla diventare vincente. E per farlo servirà diventare un grande gruppo».

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