Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Garrett, il bello del violino in scena a Verona
Domenica a Verona unica tappa italiana del tour «Unlimited». In scaletta Bach e Beethoven accanto a Metallica e Nirvana. «Io un sex symbol? Non mi vedo così»
Madonna l’ha definito il «Brad Pitt del classic rock». David Garrett di sicuro è il pioniere del crossover tra rock e classica, enfant prodige del violino e amante del rock. Per festeggiare i primi dieci anni di crossover, domenica sarà all’Arena di Verona nell’unica tappa italiana del tour «Unlimited – Greatest Hits – Live» (ore 21.30, info www.eventiverona.it). In scaletta brani di Bach, Beethoven, Debussy, Beatles, Metallica e Nirvana.
Si è esibito nei luoghi più belli del mondo ma non è emozionato all’idea di avere tutta per sé l’Arena di Verona?
«Assolutamente, penso che questo concerto sarà uno degli apici della mia carriera e non vedo l’ora di vedere il luogo, di esibirmi lì e di entrare a far parte di una storia così sorprendente».
Cosa ascolterà il pubblico durante questa data del suo tour?
«Per me è un tour molto speciale. È la celebrazione di 10 anni di musica crossover e abbiamo preparato la più varia, entusiasmante, divertente ed emozionante selezione di canzoni incise nell’ultimo decennio. Penso che la gente si divertirà molto: io e i miei
musicisti siamo davvero esaltati di questo concerto».
Ha davvero tanti fan nel nostro Paese. Che pubblico è quello italiano?
«Molto entusiasta, molto emozionale. Il pubblico festeggia davvero la musica, esattamente come faccio io, e per questo c’è una connessione immediata. Ho solo ricordi straordinari dell’Italia e per questo non vedo l’ora di tornare!».
Quali sono i tre album che ha ascoltato di più nella vita?
«Uno è il concerto di Wilhelm Furtwängler e Yehudi Menuhin, registrato subito dopo la seconda guerra mondiale a Berlino. È una delle mie registrazioni preferite dei concerti per violino di Beethoven. Un’altra che amo
ascoltare è il Concerto di Tchaikovsky di Jascha Heifetz, ancora ineguagliato. L’ultimo disco che ho consumato è stato quello di Bruno Mars».
Ha un compositore preferito? Quale è la rock star che ama di più?
«Se dovessi restringere il campo a tre compositori, probabilmente sarebbero Bach, Beethoven e Mozart. La rockstar che ammiro di più per le sue capacità vocali è Freddie Mercury. Era incredibile».
È stato Paganini in «The Devil’s Violinist». Quanto ama recitare? La vedremo in futuro in altri film?
«Mi è piaciuta la sfida di interpretare uno dei miei eroi musicali, ma dubito che farò un altro film. Comunque, mai dire mai».
Il suo crossover tra classica e rock ha fatto scuola?
«Mentre si crea qualcosa non si presta mai attenzione al quadro generale. Per un artista è sempre un processo passo dopo passo. Guardando al passato ritrovo una grande quantità di pezzi che ho riarrangiato o scritto, e mi accorgo di aver adottato un approccio individuale con il mio strumento».
È considerato un sex symbol. La cosa le è stata d’aiuto nella sua carriera?
«Non penso che sia dannoso quando la gente ti trova attraente. Ovviamente non è così che mi vedo (ride, ndr) ma è molto lusinghiero»».
Se potesse scegliere se essere per un giorno Niccolò Paganini o Jimi Hendrix?
«Probabilmente Paganini. Hendrix ha avuto una vita troppo selvaggia e morì così giovane…»