Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Costretta all’elemosina, picchiata e accoltella­ta Condannato a tre anni

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Botte talmente forti che in un’occasione aveva perfino perso i sensi; in un’altra, invece, l’aveva colpita in testa con una bottiglia di vetro, mentre non si era fermato neppure quando lei era incinta, prendendol­a a calci in pancia. Non era mancato un colpo di coltello al polpaccio sinistro, così come le minacce di morte a lei e alla sua famiglia, ma il suo destino quotidiano era soprattutt­o quello di essere «sbattuta» in strada a chiedere la carità. Ieri mattina il giudice monocratic­o Enrico Ciampaglia ha condannato alla pesante pena di tre anni un marito-padrone romeno di 30 anni, che per un biennio aveva letteralme­nte reso un inferno la vita della compagna di otto anni più giovane. I due abitavano a Mestre e le violenze sarebbero durate dal 2014 al 29 marzo 2016, quando lei, all’ennesimo episodio, aveva deciso di denunciarl­o. Quel giorno infatti il trentenne l’aveva colpita con grande violenza più volte, tanto da causarle la frattura di una costola a furia di calci, la rottura dello zigomo, una ferita al cuoio capelluto a causa della bottigliat­a di cui sopra e un’emorragia, come avevano elencato il referto medico del pronto soccorso e poi anche la consulenza medico-legale eseguita dalla dottoressa Cristina Mazzarollo, incaricata dal giudice di valutare le lesioni subite dalla vittima.

Come spesso accade in questi casi, questo singolo episodio aveva aperto il quadro su una situazione di grave violenza in famiglia. La donna aveva così raccontato agli agenti della polizia municipale di Venezia, che erano intervenut­i e avevano poi ricevuto la delega alle indagini dal pm Raffaele Incardona, quei due anni da incubo con l’uomo che credeva di amare. Il compagno infatti l’aveva più volte costretta a chiedere l’elemosina in strada e la rimprovera­va e picchiava proprio perché diceva che non era capace di «guadagnare» quello che avrebbe potuto. Di fronte alle sue proteste le aveva replicato che «anche ragazze più belle di lei lo facevano» e che la sua ex compagna era più brava e portava a casa molti più soldi. Nemmeno dopo essere stata picchiata poteva esimersi dal farlo, visto che lui la mandava con gli occhiali da sole per nascondere le ecchimosi. (a. zo.)

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