Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bentivoglio: «Sarà un bel derby Venezia e Chievo? Nel cuore»
Il centrocampista, adesso al Siena, inquadra la sfida di sabato al Penzo «Non posso fare il tifo: sono le squadre più importanti della carriera»
VENEZIA Simone Bentivoglio, è vero che Venezia-Chievo avrebbe potuto viverla non come doppio ex ma sul campo da protagonista?
«Sì, è vero. All’inizio dell’estate c’erano stati contatti col Chievo. Io vivo a Verona, sono molto legato all’ambiente e c’era la possibilità concreta di poter tornare. Ma avrei dovuto aspettare e non me la sono sentita».
Perché?
«Perché tante cose in quel momento non erano chiare, non volevo passare un’estate senza certezze, poi è arrivata la telefonata del Siena che mi offriva un biennale e mi sono lasciato convincere».
Che cosa la ha lasciato il Chievo?
«Tantissimo. Ho vissuto i momenti più belli della mia carriera, giocando prima da mezzala, poi da trequartista e anche da vertice basso. Ho giocato in tutti i ruoli e non dimenticherò mai la mano che mi tese il presidente Campedelli dopo la vicenda del calcioscommesse».
La riaccolsero come uno di famiglia...
«Perché il Chievo è una famiglia vera. Vado ancora spesso a cena con Bostjan Cesar, ho mantenuto rapporti eccellenti anche con Meggiorini, Pellissier e Marcolini. Davvero non essere tornato gialloblù mi è costato».
Come va a Siena? «Aspettiamo più avanti, è troppo presto per rispondere a questa domanda».
Che effetto le fa vedere Garofalo e Domizzi senza una squadra?
«La trovo un’assurdità. Penso sia una conseguenza di certi regolamenti sbagliati che ci sono nel mondo del calcio
odierno. Ho accettato la proposta del Siena anche perché non volevo rischiare di trovarmi in una situazione come quella di Maurizio e Agostino, anche se si tratta di due situazioni molto diverse. Domizzi a 40 anni ha fatto una scelta, Garofalo spero ancora che abbia la possibilità di dimostrare il suo valore, non è certo un giocatore finito. Anzi».
A distanza di qualche mese: perché il Venezia era retrocesso
La retrocessione «Inutile andare adesso a caccia di colpevoli, per fortuna è arrivata la giusta riammissione»
in C?
«Penso che tutto parta dall’addio di Perinetti. Rinaudo aveva seguito un lavoro già impostato, chi è venuto dopo, con tutto il rispetto, non è stato all’altezza di Perinetti. Lui era un fuoriclasse soprattutto nella gestione della settimana di lavoro. E sentivi sempre una presenza rassicurante dietro le quinte, avevi sempre la sensazione che ci fosse qualcuno che ti aiutava e ti
tendeva una mano».
Tre allenatori e una lenta agonia: Bentivoglio, chi sono stati i maggiori colpevoli a bocce ferme?
«Parto subito dicendo che è inutile cercare colpevoli. La mia visione è quella che ho illustrato, poi per fortuna c’è stata la riammissione in B perché la retrocessione proprio non aveva senso. E vorrei aggiungere una cosa». Prego...
«Ho apprezzato moltissimo la telefonata di Fabio Lupo. Non lo conoscevo, ma sono bastati dieci minuti per capire che è una grande persona. Magari tutti avessero la sua chiarezza...»
Dove può arrivare questo Venezia?
«Non lo so, ma i miei ex compagni mi parlano benissimo di Lupo e anche di Dionisi, mi hanno detto che si sta ricreando entusiasmo e che è tutto diverso».
Bentivoglio, sabato per chi farà il tifo?
«Non posso tifare per una delle due. Sono state le due squadre più importanti della mia carriera».