Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Anish Kapoor compra palazzo Manfrin
Casa privata e residenza per artisti. Lo scultore vuole avviare un progetto in laguna
VENEZIA Il legame con Venezia l’ha sempre mantenuto dal 1990 quando, da giovane artista, ricevette il premio alla Biennale d’Arte che lo consacrò a livello internazionale. Qualche anno fa aveva preso il piano nobile di un palazzo ma evidentemente non gli bastava, perché vuole fare della laguna la sua seconda cosa. Per questo Anish Kapoor ha comprato palazzo Manfrin (sul rio di Cannaregio) dalla Cassa depositi prestiti per farne anche residenza di artisti.
VENEZIA Era il 1990 quando scelto come artista rappresentante della Gran Bretagna alla Biennale Arti Visive numero 46, vince subito il Premio Duemila dedicato ai giovani, con le sue grandi pietre di arenaria scavate all’interno con un pigmento blu che dava loro un senso di profondità assoluta. E’ qui che Anish Kapoor raggiunge la fama che lo porta a diventare uno degli artisti più significativi nel panorama dell’arte contemporanea internazionale. Il legame con Ven e z i a l’ha sempre mantenuto, nel 2015 acquistò il piano nobile di un palazzo a San Polo, ma ora pare voglia fare della laguna la sua seconda casa. Per questo ha comprato palazzo Manfrin, residenza settecentesca affacciata sul rio di Cannaregio.
La compravendita pare sia stata conclusa qualche mese fa, con i legali dell’artista angloindiano, dalla Cassa depositi prestiti, che da tempo cercava un acquirente. Palazzo Manfrin infatti è stato ceduto dalla Regione per nove milioni di euro, dopo tre tentativi di asta (partite da sedici milioni) andati a vuoto. Palazzo Balbi aveva pensato di farne la sede del nuovo centro regionale di Restauro, poi sfumato, o trasformarlo in un centro espositivo in collaborazione con la Guggenheim, ma si era arreso di fronte alla prospettiva di spendere almeno dieci milioni di euro per restaurarlo. Per questo lo aveva messo in vendita così com’era per fare cassa. Adesso toccherà ad Kapoor restaurarlo per farne la sua casa ma anche residenze di artista e sede espositiva per le sue opere e quelle di giovani artisti. E’ il fascino di Venezia, che evidentemente ha colpito lo scultore e architetto britannico, che come pochi altri non si è accontentato di trascorrerci qualche giorno in occasione delle grandi mostre, ma ha deciso di stabilirsi con un proprio palazzo. Kapoor era tornato ad esporre alla Biennale qualche anno fa, l’ultima volta è stato nel 2011, con la sua installazione Ascension, all’interno della Basilica di San Giorgio Maggiore, che fece discutere, anche per la collocazione all’interno di un edificio sacro (ci si ritrovava tutti con il naso all’insù, ipnotizzati da uno sbuffo di fumo che si disfaceva in volute informi per poi ricompattarsi in una colonna luminosa sorretta da quattro potenti ventilatori). L’acquisto del palazzo è rimasto top secret per volontà dell’artista che non voleva svelare il suo nuovo progetto in laguna, ma le inevitabili comunicazioni sulla cessione da parte della Cassa depositi prestiti avevano alimentato una serie di indiscrezioni, soprattutto per la temuta trasformazione nell’ennesimo albergo in centro storico. Ma proprio la nuova norma del Comune di Venezia di bloccare i cambi d’uso automatici aveva scoraggiato sia i compratori, sia Cdp che vedeva così svanire la possibilità di fare «cassa» a Venezia (non a caso gli altri palazzi in portafoglio finora non sono stati ancora venduti). Pare infatti che la cessione sia stata fatta attorno ai dieci milioni di euro, poco più di quanto era stato comprato quattro anni prima.
Per ora nessun progetto di recupero è stato presentato a Ca’ Farsetti, ma forse è troppo presto se l’operazione si è conclusa solo qualche mese fa. Non sarà trasformato in albergo nemmeno l’ex ospizio di Santa Marta, sgomberato nei giorni scorsi (e posto sotto sequestro preventivo) dagli anarchici. Lo stabile ritornerà all’Ire, l’intenzione è quello di realizzarne residenze per veneziani.