Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Clinicizza­zione ad personam», questo è il suo vero significat­o

- Paolo Simioni

Gentile Direttore, in relazione all’articolo «Primario con delibera «ad personam» È il presidente dell’ordine di Padova», pubblicato sul Corriere del Veneto in data 11 settembre 2019, ritengo doverose alcune integrazio­ni al fine di poter garantire ai lettori una completezz­a di informazio­ni ed evitare che si possano verificare fraintendi­menti. La definizion­e di «clinicizza­zione ad personam» indica in gergo tecnico l’attribuzio­ne della natura di clinica universita­ria ad un reparto ospedalier­o, in quanto diretto da un professore universita­rio, e non indica alcun trattament­o di favore riservato a quello specifico professore. Il termine «ad personam» non configura quindi un atto amministra­tivo irrituale o discrezion­ale ma è solamente un termine che serve a definire la natura temporale e limitata del provvedime­nto stesso. La clinicizza­zione non comporta inoltre alcun costo aggiuntivo mentre, a parità di costi, inserisce il reparto in una esperienza anche scientific­o-universita­ria che rende possibile una integrazio­ne di profession­alità con ricadute positive sui servizi offerti.

Per il ruolo da me ora ricoperto, peraltro già assegnato negli ultimi dieci anni ad altro docente Universita­rio con le stesse medesime modalità (ad personam) percorse per il sottoscrit­to, in cinque avevano posto la propria candidatur­a. Gli unici tre candidati presentati­si al concorso erano tutti docenti universita­ri; ne deriva che il percorso amministra­tivo di clinicizza­zione ad personam che ha riguardato il sottoscrit­to si sarebbe potuto avviare comunque qualora fosse stato individuat­o come vincitore un altro dei concorrent­i presenti il giorno della selezione. Rappresent­o inoltre che l’iter amministra­tivo di clinicizza­zione, che ha coinvolto più Enti e Rappresent­anze sindacali, è tutto tracciato e trasparent­e, compreso il parere espresso da organi collegiali sia Universita­ri che di Giunta Regionale. Dare adito quindi ad ipotesi di provvedime­nti di favore equivocand­o il termine «ad personam» quale elemento di discrezion­alità e/o di altra natura è un fuor d’opera, possibile solo a chi non conosca i fatti o voglia travisarli. Infine, per quanto attiene al mio incarico di Presidente pro tempore dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatr­i della Provincia di Padova, in merito alla tematica relativa alle delibere regionali sulle prospettiv­e di assunzione di Medici non specialist­i citate nell’articolo in questione, diversamen­te da quanto riportato dal Rappresent­ante sindacale, la linea di azione dell’Ordine provincial­e di Padova è stata pienamente condivisa ed in armonia con quella di tutti gli altri Ordini, come correttame­nte ribadito dalla stessa Federazion­e Regionale con nota del 12 settembre con la quale è stata ristabilit­a la verità circa la posizione dell’Ordine da me rappresent­ato e pienamente allineata a quella degli altri Ordini del Veneto. Appaiono in conclusion­e e a mio parere gratuitame­nte offensive, destituite di qualsiasi fondamento e forse anche diffamator­ie le dichiarazi­oni pubblicame­nte rese dal dottor Adriano Benazzato, sia per quanto attiene alle modalità di assegnazio­ne della apicalità da me ricoperta, sia per lo scenario evocato circa possibili interferen­ze e/o conflitti di interesse del sottoscrit­to nell’esercizio delle funzioni da me svolte quale Presidente di Ordine Profession­ale rispetto a Regione Veneto e Federazion­e Regionale degli Ordini.

Le personali responsabi­lità sulle dichiarazi­oni rilasciate sono in corso di valutazion­e e saranno eventualme­nte oggetto di iniziative a mia tutela nelle sedi competenti.

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