Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Folle appena scarcerato aggredisce gli agenti: «Già 200 casi nel 2019»
L’aggressore, con problemi psichici, era appena stato scarcerato. «Dateci il taser»
MESTRE Uno sbandato appena scarcerato ha mandato tre agenti all’ospedale dopo averli aggrediti alla stazione di Mestre. Il caso, che segue quello ben più grave di Trieste, ha spinto i sindacati di polizia a chiedere a gran voce misure per agevolare il lavoro delle forze dell’ordine, ad esempio il taser che fino ad ora è stato solo sperimentato.
VENEZIA Il primo settembre, a Chioggia, un uomo di 59 anni che rifiutava un Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) ha accoltellato due agenti, rischiando di ucciderli. Venerdì scorso un uomo in preda ai fumi dell’alcol ha colpito un poliziotto con una testata a bordo di un treno a Padova. Sabato un detenuto ricoverato nella sezione psichiatrica del carcere di Belluno si è lanciato dal tetto e poi si è scagliato contro gli uomini in divisa che gli avevano salvato la vita prendendolo al volo. E domenica tre agenti della polizia ferroviaria sono finiti all’ospedale perché aggrediti da un senza fissa dimora a Venezia. Le violenze nei confronti delle forze dell’ordine sono frequenti e non solo in Veneto ma in tutta Italia.
A livello nazionale nel 2019 si contano quattromila poliziotti feriti, di cui circa 200 in Veneto.
Quanto successo la settimana scorsa a Trieste, con due agenti feriti a morte a colpi di pistola da uno sbandato che aveva vissuto nel Trevigiano e nel Bellunese, ancora una volta riapre il tema della possibilità di difendersi da parte delle forze dell’ordine, che quotidianamente fanno i conti con spintoni, pugni, calci e qualche volta anche peggio. «I numeri delle aggressioni quest’anno si sono impennati in maniera sconvolgente — tuona Valter Mazzetti, segretario generale della federazione Fsp polizia di Stato —. Tutti i morti e i feriti sono sulla coscienza dei politici italiani. Pretendiamo azioni che riorganizzino un sistema palesemente inadeguato, che non tutela noi e i cittadini e che non ci garantisce leggi e procedure adatte a fronteggiare la brutalità delle circostanze con cui ci misuriamo ogni giorno».
L’ultima grave aggressione in Veneto, in ordine di tempo, risale a domenica mattina. Un senza fissa dimora di nazionalità polacca, che bazzica in stazione dei treni a Venezia, ha colpito tre agenti della Polfer (che hanno riportato prognosi di 5, 15 e 30 giorni). Lo avevano fermato perché creava disturbo.
L’uomo, che negli ultimi Domenica a Venezia tre agenti della Polfer, aggrediti da un clochard, sono finiti in ospedale per lesioni mesi è stato denunciato dieci volte per vari reati, era già stato arrestato due giorni prima, sempre in stazione, dopo l’aggressione a un altro agente. Il giudice ne aveva disposto la scarcerazione, a condizione che si sottoponesse a perizia psichiatrica, e aveva rinviato il processo per direttissima. Dopo il nuovo arresto di domenica, lo straniero adesso è in carcere e stamattina ci sarà l’udienza di convalida.
«In questo caso, se i colleghi avessero avuto il taser tutto si sarebbe risolto velocemente e senza problemi», osserva Diego Brentani, segretario del Siulp di Venezia. Gli agenti delle Volanti sono già dotati di spray urticante, che spesso però è inutilizzabile, come negli ambienti chiusi, perché mette a rischio gli interventi, e non è sufficiente.
«Quando i poliziotti saranno dotati di idonei strumenti per poter esercitare le proprie funzioni? — si chiede Brentani —. Da nove anni si sta ancora parlando di sperimentazioni». La sperimentazione del taser, del quale sono stati dotati gli agenti di alcune province italiane (tra cui Padova), si è conclusa lo scorso giugno. «I risultati sono sotto gli occhi di tutti. È stato dimostrato che nella maggior parte dei casi non serviva neanche usarlo, ma solo far partire il rumore e già questo era un deterrente. È un’autotutela non da poco», sostiene Giorgio Pavan, segretario del Sap di Venezia. La decisione, a sperimentazione conclusa, spetta ora al Dipartimento della pubblica sicurezza. I sindacati di polizia sono tutti allineati: da tempo alzano la voce e chiedono il taser, già diffuso in Europa, per poter gestire le situazioni più pericolose.
«Attendiamo dal governo un segnale chiaro: servono iniziative concrete per proteggere le forze dell’ordine — dichiara Domenico Pianese, segretario generale del Coisp —. Siamo stanchi di essere aggrediti e ancora di più del fatto che chi ci aggredisce la faccia franca senza passare nemmeno una notte in carcere. Ci aspettiamo che il governo sia al nostro fianco: chi uccide una donna o un uomo in divisa, uccide lo Stato».