Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Con Kering cambio totale, ora Stati Generali»
Trocchia dopo l’intesa su Gucci: «Integrazione con le lenti? Obbligatorio pensarci, ma non ora»
PADOVA I rapporti con Kering negli ultimi due anni si sono rafforzati in un clima di correttezza e miglioramento dei servizi. E il contratto di fornitura di Gucci fino al 2023 ne è una conferma. Ora si pensa agli Stati Generali.
I rapporti con Kering PADOVA negli ultimi due anni si sono rafforzati in un clima di correttezza e miglioramento dei servizi. E il contratto di fornitura di Gucci fino al 2023 ne è una conferma. Sàfilo attende che vada a dama un’altra operazione e poi, entro metà dicembre, si saprà come sarà articolata l’integrazione al piano industriale 2020, sulla base della quale intavolare il confronto con i sindacati e con le parti sociali in senso lato. Lo dice Angelo Trocchia, amministratore delegato della casa padovana, a valle dell’accordo con Kering Eyewear annunciato alla fine della scorsa settimana. «Sono assolutamente positivo verso la proposta dell’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, di convocare per fine mese gli stati generali dell’occhialeria – aggiunge anche – ed è da prima dell’estate che ragiono anche con il sindaco di Longarone, Roberto Padrin. Le soluzioni si troveranno». Il riferimento dell’Ad è chiaramente allo scossone occupazionale che il Bellunese dovrà assorbire dopo l’annuncio di Lvmh di non rinnovare a Sàfilo la licenza di Dior per affidarla, dal 2021, a Thelios, la newco fondata dalla stessa insegna francese con Marcolin e che ha sede a pochi passi dallo stabilimento Sàfilo di Longarone. E Dior vale il 13% del fatturato di Sàfilo e impegna l’80% dei suoi 930 dipendenti nel Bellunese.
Quando, pochi giorni fa, lei ha esortato a cercare risposte alle ricadute occupazionali a livello di distretto è ad un’iniziativa come quella di Donazzan che pensava?
«Che si chiamino Stati generali, forum o come si voglia l’importante è che ci si sieda e si ragioni assieme. Ho già fatto notare che Dior non se ne andrà dalla valle. Bisogna trovare il mix di strumenti che permettano all’area di patire il meno possibile la crisi che Sàfilo dovrà giocoforza affrontare per il venir meno di quella licenza».
Lei aveva parlato di due temi che, se chiusi, avrebbero attenuato la difficoltà del momento. Uno è Gucci e l’esito è positivo. L’altro?
«È un secondo scenario su cui stiamo lavorando. Altro non posso aggiungere». Quanto vale Gucci? «Analisti differenti attribuiscono pesi differenti. Ad oggi abbiamo un contratto fisso su certi numeri. Per ora, cioè, continueremo sugli stessi livelli dello scorso anno. Se giungeranno quantità addizionali tanto meglio».
Prodotti che non escono da Longarone, comunque.
«No. Per una questione di dotazione tecnologica il marchio è affidato agli stabilimenti di Santa Maria di Sala e di Martignacco. Ma io considero le tre fabbriche come un’unica fabbrica virtuale».
La conferma di Kering del contratto di fornitura basta ad allontanare tutti i rumors su una possibile acquisizione di Sàfilo da parte del gruppo francese?
«Sono voci che avevamo smentito immediatamente. Non so da dove siano sorte, dato che sono del tutto infondate».
Sbagliato invece pensare a negoziati per una partnership, in senso lato, con produttori di lenti?
«Non nel breve. Strategicamente è chiaro che il mondo dell’occhialeria si deve adattare e capire cosa fare nel nuovo contesto sorto negli ultimi tempi. Voglio esser chiaro: di concreto non c’è nulla. Ma in un mercato che cambia così rapidamente le riflessioni si impongono. Ora, tuttavia, abbiamo un’agenda troppo fitta per pensare a questo».
Torniamo a Lvmh e al caso Dior. La revoca della licenza dal 2021 è stata spiegata come un passo di una strategia per riportare in casa, leggi nelle linee di Thelios, la produzione dei marchi di proprietà. Ma anche Bulgari appartiene a Lvmh eppure non ci sono intenzioni di non rinnovare la licenza a Luxottica. Non lo trova strano?
Il manager Lvmh? Tra noi e Luxottica la scelta non è stata simmetrica
«A guardarla così le scelte di Lvmh non sembrano simmetriche. La domanda andrebbe posta ai francesi o a Thelios. Ma ho altre priorità rispetto al chiedermi se io sia a loro più o meno simpatico di Leonardo Del Vecchio».