Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Patenti facili esami guidati con l’auricolare
Verona, candidati all’esame con auricolari e microfoni. Incastrati due boss
VERONA Si presentavano all’esame con un kit da 007: non mancava il mini-auricolare inserito nell’orecchio, talmente mini che bisognava estrarlo con una pinzetta. Dieci denunce per patenti facili a Verona.
VERONA Si presentavano all’esame con un kit da 007: non mancava il mini-auricolare inserito nell’orecchio, talmente mini che bisognava estrarlo con una pinzetta (e, almeno in un caso, c’è stato bisogno dell’intervento del Pronto soccorso). La camicia, preparata per l’occasione, celava sul polsino un bottone che in realtà era un microfono, collegato a un cellulare dal valore di pochi euro. Sul torace, incerottato al modo degli informatori della polizia (almeno come vengono mostrati sul grande schermo), anche un piccolo router wi-fi, fondamentale per la connessione.
L’effetto: mentre si svolgeva il test a crocette, una persona, collegata a chilometri di distanza, riusciva a vedere il foglio e a dare i suggerimenti giusti. In questo modo hanno tentato di fare l’esame dieci persone, tra il 2017 e il 2018, nelle Motorizzazioni civili di Verona, Vicenza, Varese, Bologna, Modena e Rimini. Tutte bloccati dalla Polstrada di Verona, che indagava su questo caso.
Ma si tratterebbe solo della punta dell’iceberg, come emerge da alcune intercettazioni telefoniche: chi offriva questo «servizio» assicurava di poter seguire quattro candidati per sessione. E, nelle sedi di ogni Motorizzazione avvengono ogni giorno lavorativo circa quattro sessioni: centinaia ogni mese.Al termine della complessa indagine (non è mancato qualche «rimpallo» di competenze tra Procure, che ha allungato i tempi) sono state denunciate dieci persone. Tra loro c’è un medico emiliano che ha a lungo esercitato a Verona e per il servizio compreso nel «biglietto» rilasciava i certificati medici necessari a ottenere le patenti, senza nemmeno vedere i «pazienti». Costo complessivo: dai duemila ai tremila euro, a seconda della patente che si desiderava conseguire. Sì, perché accanto alla classica patente B, c’era anche chi ricorreva a questo metodo per patenti C e D (per camion e autobus). Sono dieci le persone denunciate: tra di loro due foggiani con base logistica nella Bassa Veronese: F.G. e F.A., ritenuti a capo dell’organizzazione. Dovranno rispondere di associazione a delinquere: avrebbero messo in piedi una vera e propria società, con suddivisione dei ruoli, che avrebbe permesso di guadagnare, secondo le stime degli agenti, circa 40mila euro al
mese.
Nella lunga lista non mancano responsabili di autoscuole, che avrebbero procacciato i clienti. I quali non potevano venire in contatto con le persone che, materialmente avrebbero fornito i suggerimenti. Gli «utenti del servizio» rischiano molto meno: a causa di un vuoto legislativo possono venire giudicati solo in base a una vecchia legge che tutela la proprietà intellettuale (i test, in questo caso) e che prevede sanzioni amministrative e il carcere fino a nove mesi. Già in passato, a Verona, era emerso un caso analogo, con circa 300 test sospetti e — si presume — un funzionario della Motorizzazione complice. Tuttavia, non avrebbe nessun punto di contatto con questa inchiesta, se non le finalità truffaldine.