Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Chiesto il processo per tre prefetti
Migranti a Cona, funzionari accusati di falso e rivelazione di segreto. Reati più pesanti per le Coop
Avevano provato, con lunghe memorie, a convincere i pm Federica Baccaglini e Lucia D’Alessandro della loro innocenza. E invece toccherà al gip, o più probabilmente al tribunale, se saranno rinviati a giudizio, stabilire se all’ormai ex hub per i migranti di Cona siano state violate le condizioni dell’appalto e se ben tre prefetti – Domenico Cuttaia, Carlo Boffi, Vito Cusumano – oltre ad altri quattro funzionari dell’ufficio di governo a Venezia abbiano anticipato alla cooperativa Edeco le visite che avrebbero dovuto essere a sorpresa. La procura ha infatti chiesto il rinvio a giudizio nella maxiinchiesta sulla base di Conetta, che proprio un anno fa – su ordine dell’allora ex ministro dell’Interno Matteo Salvini – iniziava a essere svuotata per poi essere chiuso a dicembre.
Di fronte al giudice, nelle prossime settimane, finiranno in 12. Oltre a Cuttaia e Boffi, ex prefetti di Venezia, e Cusumano, che era il loro vice e ora guida la sede di Bolzano, sul banco degli imputati ci saranno i vertici della coop padovana, già finiti nei guai in altre inchieste: a Simone Borile, Sara Felpati, Gaetano Battocchio e Annalisa Carraro sono contestati la frode in pubbliche forniture e la truffa, perché avrebbero impiegato meno operatori di quelli previsti dal capitolato – in media 14 in meno, coprendoli con documentazione falsa o spostamenti da altri centri in occasione delle ispezioni –, così come meno personale sanitario (733 ore di medici tra il 10 agosto e il 31 dicembre 2016 invece di 1836 e 757 di infermieri invece di 3672); inoltre avrebbero posticipato, con la complicità dell’allora prefetto Cuttaia, un paio di accessi del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl di Chioggia, per evitare contestazioni e sanzioni. La presenza ridotta di operatori e sanitari ha fatto scattare anche l’accusa di truffa, con un «ingiusto profitto» che il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza ha stimato in 204 mila euro: 128 mila «risparmiati» per gli operatori, 29 mila per i medici, 47 mila per gli infermieri.
Il secondo filone riguarda invece gli uomini dello Stato, che secondo i due magistrati avrebbero commesso il reato di rivelazione di segreto d’ufficio e falso. Cuttaia avrebbe avvisato la coop dell’arrivo di ben quattro visite ispettive (una della stessa Ca’ Corner e tre dell’Usl di Chioggia), Boffi avrebbe anticipato via mail il 22 marzo 2017 l’accesso del giorno dopo di una funzionaria dell’agenzia dell’Onu che si occupa di rifugiati (l’Unhcr), mentre Cusumano avrebbe rivelato, per telefono, due visite della Prefettura. Questi ultimi due sono poi accusati di falso in atto pubblico e falsa testimonianza per la relazione depositata a gennaio del 2017 alla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’accoglienza, in cui si parlava di controlli senza preavviso e senza inadempienze: rappresentazione falsa, secondo l’accusa dela procura.
Di anticipazioni di ispezioni sono accusati pure i funzionari di Ca’ Corner Paola Spatuzza – all’epoca dirigente dell’area immigrazione della Prefettura –, Rita Francesca Conte, Gabriele Ballarin e Luciano Giglio: non solo a Cona, ma anche in centri a Mestre, Marghera e Cavarzere. Il dodicesimo indagato è Marco Arboit, medico padovano e amministratore unico della coop Cba Group, accusato con Borile e Felpati per aver ricevuto il subappalto dei servizi sanitari a Cona senza autorizzazione della Prefettura.