Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Tennis, ricomincio da Treviso» Panatta compra un centro sportivo
Il campione rileva all’asta il Club 82, ex Zambon, per mezzo milione. Progetto top secret
TREVISO Si è presentato all’asta è ha acquistato il Club 82, ex Zambon, sborsando mezzo milione. Adriano Panatta, uomo simbolo del tennis italiano, ha acquistato un grande centro sportivo a Treviso: «lo faccio per affetto nei confronti della città» ha detto agli amici.
L’uomo che ha rappresentato TREVISO e rappresenta la storia del tennis italiano si è presentato all’asta e ha acquistato uno dei circoli più prestigiosi della provincia di Treviso, il Club 82, già noto come tennis Zambon. Adriano Panatta è il nuovo proprietario degli impianti di via Medaglie d’oro che sono stati, negli anni Ottanta, il primo punto di ritrovo degli appassionati della città.
Il trentennale proprietario, Bepi Zambon, nel 2012 aveva ceduto la gestione. Ora toccherà al campione, 69 anni e da quattro trevigiano acquisito (ha seguito la compagna avvocato Anna Bonamigo), progettare il futuro di un impianto che conta ben undici campi, alcuni dei quali utilizzabili anche per il calcetto, due piscine, una palestra, una club house oltre a spogliatoi e un’ampia zona tenuta a verde. Cosa abbia in mente l’eroe della Coppa Davis del 1976 e ultimo italiano a vincere uno slam, uno dei più forti giocatori che l’Italia abbia conosciuto, non è ancora chiaro. O meglio, non l’ha ancora rivelato. Ieri ha preferito non entrare nei dettagli, per quelli dice che ci sarà tempo, ma una cosa l’ha fatta sapere: «E’ un gesto d’affetto nei confronti della città che lo ha accolto e nella quale si sente a casa: non sarà un’operazione puramente finanziaria ma legata all’orgoglio del territorio e con finalità sociali, al desiderio di partecipare alla vita attiva di Treviso». Già, da quando ha smesso di giocare ne è passato di tempo e un’operazione di questo tipo avrebbe potuto farla molti anni fa e in tutt’altro posto. Ha deciso invece di farla qui, a Treviso.
Il momento favorevole del tennis è l’elemento in più per creare un’energica suggestione: per la prima volta dai tempi di Barazzutti e Panatta un italiano è tornato, seppur per qualche settimana, nella top ten Atp, Fabio Fognini; Matteo Berrettini è arrivato in semifinale agli Us Open; il 17enne Lorenzo Musetti ha vinto gli Australian Open Juniores e soprattutto Jannik Sinner, classe 2001, altoatesino, promette di diventare un top player. Insomma, il momento è d’oro: trainati dai campioni e dalle nuove politiche federali i circoli sono tornati a riempirsi, i tornei traboccano di iscrizioni e la congiuntura è oggettivamente favorevole anche per il business.
Il ritorno da protagonista di Panatta è un altro segnale di entusiasmo. Si è ritirato nel 1983 dalle competizioni: è stato capitano (non giocatore) della squadra italiana di Coppa Davis fino al 1997, ma ha preferito dedicarsi alla motonautica e all’offshore (anche con notevoli risultati, nel 1991 è stato campione del mondo Evolution e primatista di velocità sull’acqua); non ha mai lasciato del tutto il tennis, ma l’ha messo a servizio di scopi benefici e dell’associazione «Un campione per amico». Si è anche concesso un cameo cinematografico nel film «La profezia dell’armadillo», in un divertentissimo spezzone diventato virale nel quale però emerge tutto lo spirito del Panatta campione: «Pensate solamente al risultato, avete perso il senso del bel gioco, del bel punto – dice al giovane protagonista, interpretando sé stesso e dimostrando inaspettate doti recitative -. Vuoi mettere un bel colpo piatto, armonioso. Pof, pof. Voi fate colpi brutti, senza un minimo di armonia».
Ed eccolo, il colpo da maestro. L’interesse per il Tennis Club da parte di Panatta è rimasto segreto per mesi. La base d’asta battuta eri era di 360 mila euro: l’offerta sarebbe stata di 550 mila, ma sulla cifra finale mancano conferme: «È come quando giocava, non si sapeva mai quale fosse il colpo in canna» dicono di lui. «È una giornata storica – commenta con entusiasmo Bepi Zambon -. Anche il Comune di Treviso era interessato, ma si è ritirato. Se fosse stato acquistato da chiunque altro sarebbe stato un passaggio meramente burocratico ma questo è un evento per tutta la città. Panatta è un simbolo, ne sono felice». L’ex titolare lo dice ripensando all’evento che organizzò nel 1984: Palaverde di Villorba esaurito, il parquet trasformato in campo da tennis. E uno di fronte all’altro Borg contro Panatta, un evento scolpito nel marmo della memoria cittadina.