Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sicurezza, premiato il «modello Venezia» Per controlli e steward un terzo del bilancio
VENEZIA «Tre anni fa al Redentore, erano in servizio 60 steward addetti alla sicurezza, dieci anni fa neppure uno. Quest’anno ce n’erano 305». A Fabrizio D’Oria, direttore comunicazione ed eventi di Vela, bastano poche parole e una manciata di numeri per dare la misura di quanto la catena della sicurezza sia cambiata negli ultimi anni. Ieri i vertici delle autorità cittadine e delle forze dell’ordine si sono riuniti per fare il punto proprio su safety e security in laguna. L’occasione era il termine del mandato di Gae Engineering che negli ultimi tre anni ha ricoperto il ruolo di security manager per i grandi eventi. D’altronde proprio Venezia — ricordava D’Oria — ha anticipato molti degli obblighi che vennero messi nero su bianco dopo la tragedia di piazza San Carlo a Torino: «La raccolta di vetri contestuale all’evento, i piani sanitari unificati, il controllo dei flussi in tempo reale». Buone pratiche messe a sistema grazie al supporto di Gae, che ora consegna i modelli di intervento sviluppati negli anni alla città, che potrà decidere se utilizzarli come base per internalizzare il servizio, affidarlo ad altri
Eventi Gae ha redatto i modelli di intervento Il Comune dovrà decidere a chi affidare il servizio
o rinnovare la partnership . «È stato un compito impegnativo: solo nelle rive, all’ultimo Redentore, abbiamo contato oltre 78 mila presenze e 200 mila passaggi. Noi invece siamo appena un paio di centinaia», dice Giuseppe Amaro. La razionalizzazione degli eventi è un processo cominciato ancora anni fa, quando si spostarono i «voli» da piazzetta San Marco alla piazza, quando si moltiplicarono gli appuntamenti diffusi e si pensò a due date per il corteo di Carnevale a Cannaregio. «È grazie a questa attenzione se siamo riusciti a ottenere una quota maggiore di affollamento concesso in area marciana — insiste D’Oria — Perché abbiamo previsto le aree di sfogo, perché anticipiamo le deviazioni dei flussi, perché comunichiamo i controlli ai varchi già sui treni». Certo tutto questo ha un costo: oggi safety e security rappresentano un terzo del bilancio di un evento, il motivo per cui il Redentore oggi richiede 400 mila euro. «Ma siamo riusciti a creare un modello, da esportare in occasioni di altri eventi e ad altre città», rimarca l’assessore alla Sicurezza Giorgio D’Este. Un modello premiato a Londra in occasione del British Safety Awards: Gae si è aggiudicata un riconoscimento, unico privato italiano, grazie al lavoro su Carnevale, Redentore, Capodanno e Storica.