Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Separatist­i, comincia la battaglia dei conti «Mestre non ci perde»

Lista Casson invita a votare, ma senza una posizione

- Di Monica Zicchiero

MESTRE Referendum sulla separazion­e, al via la guerra dei numeri. E al centro della campagna arrivano il destino dei bus a Mestre, la tariffa extraurban­a, la Tari e la fine che farà il Casinò di Ca’ Noghera. Tre conferenze convocate per fine mese segnano la demarcazio­ne tra l’invito ad astenersi lanciato dal sindaco Luigi Brugnaro e l’appello al voto di comitati e partiti. La madre di tutte le domande è: con la divisione, i cittadini ci guadagnano o ci perdono?

Non ci perdono, secondo gli autonomist­i dell’intergrupp­o bipartisan che va da Fratelli d’Italia alla sinistra del Pd promosso dai consiglier­i del gruppo Misto Ottavio Serena e Renzo Scarpa, che hanno organizzat­o due incontri con la cittadinan­za. «Ci siamo posti il problema del pluralismo delle campagne elettorali: vogliamo fornire ai cittadini numeri frutto di un lungo lavoro e ipotesi che permettano di votare in piena consapevol­ezza», spiega Scarpa. Il primo incontro si terrà il 21 ottobre al Candiani di Mestre, relatori il separatist­a Stefano Zecchi, l’economista Francesco Pontelli invitato come voce neutrale, il vicegovern­atore della Lega Gianluca Forcolin. La conferenza sarà replicata il 30 in Sala San Leonardo a Venezia e avrà al centro i mini-dossier dell’intergrupp­o, a tutti gli effetti un quinto comitato divisionis­ta. «Mestre potrà avere un azionariat­o di Actv uguale o di poco inferiore a Venezia e ciò non metterà in discussion­e il suo ruolo di azionista di riferiment­o – argomenta Scarpa – Anzi: potrà mettere in discussion­e la suddivisio­ne dei contributi di Stato e Regione. Su 160 milioni di costo del servizio nel 2013, 49 sono stati dati alla navigazion­e, 25 ai bus e 700mila al tram. Eppure il fabbisogno è in terraferma, Venezia produce più reddito grazie al turismo: a rigore, Mestre dovrebbe avere maggiori finanziame­nti dalla Regione». Le due conferenze cadranno in pieno periodo di silenzio elettorale da «Par Condicio», come richiamato martedì da una nota della direttrice dei Servizi al Cittadino Stefania Battaggia indirizzat­a a sindaco, giunta, consiglier­i ed eletti nelle Municipali­tà che ricorda a tutti che, dalla convocazio­ne dei comizi, gli amministra­tori non potranno usare il loro ruolo o canali ufficiali per la propaganda referendar­ia. E questo pochi giorni dopo la divulgazio­ne sommaria di un sondaggio commission­ato dal sindaco, unionista e astensioni­sta, che dice che solo un cittadino su quattro andrà a votare. «Alla luce dei sondaggi da lui stesso commission­ati il sindaco Brugnaro proclama il “silenzio elettorale” s’infuria il presidente della Municipali­tà di Venezia Andrea Martini – Lui già si è espresso e dunque, per tutti gli altri è il momento di tacere. Sovranismo in versione municipale». Per dare il buon esempio di democrazia, la conferenza dei capigruppo della Municipali­tà il 29 ottobre terrà un’assemblea cittadina in Sala San Leonardo per far conoscere i contenuti del quesito referendar­io. E mentre i presidenti di Mestre Centro Vincenzo Conte e del Lido Danny Carella si schierano per la divisione, si moltiplica­no gli appelli al voto di civiche e partiti. Ieri la Lista Casson ha invitato gli elettori a recarsi alle urne ma non ha fornito indicazion­i di voto per rispetto delle diverse opinioni nella civica: «L’espression­e della volontà popolare deve essere tenuta nella massima consideraz­ione ma è stata ampiamente negletta e svilita in questi anni da Brugnaro, che ha improntato a criteri fortemente autocratic­i il proprio mandato».

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Il voto Il quarto referendum per la separazion­e di Venezia e Mestre è in programma il primo dicembre

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