Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Via Anelli, le ruspe nel «Bronx» abbattono l’ex regno dei pusher
A Padova è iniziata la demolizione di quello che fu il più famoso centro dello spaccio. Brindano i residenti
PADOVA Da ieri le ruspe sono entrate in azione in via Anelli a Padova. Dovranno abbattere le palazzine che in passato erano tristemente famose per essere state trasformate in una sorta di enorme centrale dello spaccio di droga. Il progetto di riqualificazione prevede di costruire al loro posto la nuova questura. Ieri i residenti hanno festeggiato con un brindisi.
PADOVA
Quello che fino a dodici anni fa era il «Bronx» di via Anelli, maxi covo di prostituzione, spaccio e immigrazione clandestina, ha davvero i giorni contati. Il primo «storico» colpo di ruspa, nell’ormai ex quartiereghetto di Padova Est definitivamente sgomberato nel luglio del 2007, è scoccato puntuale alle 10 di ieri.
L’abbattimento, festeggiato con un brindisi di prosecco da almeno un centinaio di persone, è cominciato dal solaio del garage sotterraneo, dove ancora c’era una vecchia Fiat Uno grigia, rimasta lì da quando in fretta e furia vennero murati cancelli, porte e finestre. Ma nell’arco dei prossimi tre mesi verranno rase al suolo anche le sei palazzine che al tempo, quando il «supermarket della droga» era conosciuto in tutta Italia e oltre, contavano oltre seicento abitanti, quasi tutti stranieri - specie magrebini e nigeriani - alcuni protagonisti ed altri invece soltanto vittime del degrado che la faceva da padrone.
Una storia che i padovani difficilmente potranno dimenticare, ma che però appartiene al passato. Al posto dell’ex residence Serenissima, costruito alla fine degli anni Settanta per dare una casa ai sempre più numerosi studenti universitari «fuori sede», verrà infatti realizzata la nuova questura, che si sposterà dal centro cittadino non solo per avere una sede più grande e moderna ma anche per riqualificare l’area dell’ex «ghetto», a due passi dal polo commerciale di via Venezia. Un’operazione, quella condivisa con il capo della polizia Franco Gabrielli, resa possibile dall’acquisto (e in alcuni casi dall’esproprio) da parte del Comune di tutti i 288 alloggi di quello che all’epoca fu ribattezzato «Il Bronx»: uno sforzo costato più di cinque milioni di euro ma che consentirà all’amministrazione padovana di diventare proprietaria dell’ex caserma Prandina di corso Milano, dove (nonostante la contrarietà di una «fetta» della maggioranza) nascerà un grande parcheggio a poca distanza dal cuore del capoluogo. Tra i tanti arrivati per celebrare l’inizio della demolizione dell’ex Serenissima, c’erano l’assessore ai Lavori Pubblici, Andrea Micalizzi, Paolo Manfrin e Alfredo Steno dei comitati Stanga e Pescarotto, il parroco della chiesa di San Pio X, don Piero Comparin, la vicepreside della scuola elementare Giovanni XXIII, Maria Assunta Varotto, e soprattutto decine di anziani della zona.
«Per vent’anni – si sono sfogati alcuni di loro – abbiamo sopportato l’inferno. E quindi la giornata di oggi è un sogno che si realizza. Anche se sappiamo bene, purtroppo, che degrado, spaccio e prostituzione si sono semplicemente spostati in altri quartieri di Padova». Significativa, poi, la testimonianza di Lucio Terrin che, quando «il Bronx» era davvero tale, non solo vestiva i panni di comandante della polizia municipale, ma abitava poche strade più in là: «Tutto è cominciato con gli affitti in nero, dopo è proseguito con i subaffitti e i posti letto venduti a ore. Infine è degenerato con il mercato del sesso e il traffico di sostanze stupefacenti. Molte di quelle che risiedevano qui ha ricordato Terrin - erano inizialmente persone perbene. Poi però, sfruttate all’inverosimile da vari gruppetti di criminali, hanno smesso di essere persone per diventare povera e disumana manovalanza agli ordini dei più forti e avidi di denaro».
L’abbattimento dell’ex «ghetto» dovrebbe concludersi entro febbraio e non potrà non riguardare anche il «muro anti-pusher» fatto costruire dall’allora sindaco dem Flavio Zanonato nell’agosto del 2006, all’indomani dell’ennesima notte di scontri per il controllo dello spaccio nonché della piccola moschea aperta al piano terra di uno degli edifici. «Quella di oggi - ha invece commentato ieri il sindaco in carica Sergio Giordani - è una giornata che mi dà grande soddisfazione, soprattutto per i quartieri Stanga e Pescarotto e per l’intera zona di Padova Est che, grazie all’insediamento della nuova questura, godranno di maggior sicurezza e vedranno crescere la loro qualità di vita».