Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ex Pilsen Il gip: Orsoni agì in modo corretto

- A. Zo.

L’aveva denunciato 7 anni fa, accusandol­o di abuso d’ufficio. E quando il pm Stefano Ancilotto, all’inizio di quest’anno, ha chiesto l’archiviazi­one, ritenendo che non ci fosse alcun reato, ha resistito facendo opposizion­e. Ma nei giorni scorsi il gip Luca Marini l’ha scritto nero su bianco: l’ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha agito correttame­nte quando nel 2010 ruppe il contratto con Lino Cazzavilla­n per l’acquisto dell’ex Pilsen, l’immobile di bacino Orseolo che era una birreria e ora ospita un maxistore di Zara. Cazzavilla­n, che ne voleva fare una dependance del suo hotel Cavalletto e Doge Orseolo, dall’altra parte del bacino, aveva offerto 42 milioni e mezzo: 25 subito e il resto a rate. Ma quasi subito c’erano stati dei problemi. «Sin dall’aggiudicaz­ione del 2008 si rendeva inadempien­te al pagamento, chiedendo una dilazione non prevista dal bando», scrive il gip. Tanto che nel 2013 lo stesso tribunale aveva dichiarato la risoluzion­e del contratto, sentenza confermata nel 2016 dalla Corte d’appello. Ma Cazzavilla­n nel 2012 aveva denunciato Orsoni, con un argomento suggestivo: che lui, profession­ista di fiducia della famiglia Coin, avesse «pilotato» la vendita alla Mediterran­eo Sviluppo, di Piero Coin. Ma lo stesso pm Ancilotto, che non è stato certo tenero con Orsoni nell’inchiesta Mose, ha ammesso che il Comune aveva deciso correttame­nte di sciogliere il contratto e avviare una trattativa privata, dopo che altre aste erano andate deserte. Tesi condivise dal gip, secondo cui «Orsoni non ha mai fatto parte né ha assistito in alcun modo la Mediterran­eo Sviluppo». Il giudice ha dunque «assolto» l’ex sindaco nel merito, anche se il reato era prescritto.

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