Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Imprese, al Cuoa la sfilata delle 250 «locomotive» del Veneto
VICENZA Dai 15 dipendenti di Eurotrading, ai 3.113 addetti di Stevanato group. Dai 480 milioni di euro di fatturato del gruppo Rossetto ai 20 milioni di euro di giro d’affari di Giuseppe Campagnola C. & G. Sono i parametri che determinano la cornice in cui si inseriscono le 250 imprese del Veneto che, secondo l’analisi dei bilanci effettuata da ItalyPost, tra il 2011 e il 2017 (esercizio a cui si riferiscono le voci precedenti), hanno realizzato le performance migliori.
In rappresentanza di tutti i settori, dall’industria ai servizi, dalla meccanica all’agroalimentare, queste imprese hanno saputo battere la crisi puntando su innovazione di processo e di prodotto e soprattutto allargando i loro orizzonti. Fortemente radicate nel Veneto, hanno trovato mercati di sbocco in ogni parte del mondo. L’Economia del Corriere della Sera le ha celebrate, numeri alla mano, nel numero di questa settimana; e lunedì ad Altavilla Vicentina, nella sede del Cuoa, le ha premiate nel corso di un pomeriggio che ha visto riempirsi l’aula magna di villa Valmarana Morosini.
Davanti al presidente della Business school del Cuoa, Federico Visentin, che ha visto premiata anche l’azienda di famiglia, la Mevis che recentemente ha acquisito Euromeccanica, si sono alternati i protagonisti dell’imprenditoria veneta, piccole e medie imprese capaci di interpretare meglio di altri il cambiamento epocale in atto, determinato dalle tecnologie digitali. Con loro, anche aziende di grandi dimensioni perché, come ha evidenziato Carlo Carraro, direttore scientifico della Fondazione Nordest, dopo gli anni della crescita (le previsioni dicono che nel 2020 il Nordest crescerà a un ritmo doppio rispetto alla media nazionale) sulle imprese venete si accende all’orizzonte un dubbio determinato dalla scarsità di investimenti, soprattutto in infrastrutture e formazione.
Alla domanda «Cosa serve alle imprese per crescere», hanno così cercato di rispondere Valter Trevisani, direttore generale di Cattolica assicurazioni, Alfredo Balena, di Adriatic Lng, Roberto Collavizza, di Tim e Marco Nava, responsabile Nordest per Ubi Banca. Per tutti, il sentiero è stretto e non ci sono alternative agli investimenti in capitale umano.