Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Regionali, test psicologico ai candidati M5S
Regionali, la proposta di Berti. Assemblea spaccata sul Pd
VENEZIA «In passato abbiamo avuto a che fare con candidati che, anche se fortissimi sui loro temi e magari anche bravi a comunicare, poi si sono rivelati incapaci di lavorare in gruppo, di fare squadra, ecco perché la mia proposta è di fare a tutti un test psicoattitudinale». Così Jacopo Berti ieri, durante l’assemblea regionale del Movimento Cinque Stelle, primo passo di avvicinamento alle Regionali del prossimo anno. Ma il test non è l’unico motivo di discussione tra i pentastellati. Non convince neppure l’alleanza col Pd, pure sostenuta ieri con forza dal ministro Federico D’Incà: «Con i dem si lavora bene».
VENEZIA «In passato abbiamo avuto a che fare con candidati che, anche se fortissimi sui loro temi e magari anche bravi a comunicare, poi si sono rivelati incapaci di lavorare in gruppo, di fare squadra, ecco perché la mia proposta è di fare a tutti un test psicoattitudinale. L’ho suggerito a Luigi Di Maio, mi ha risposto che se la base veneta è d’accordo non ci sono problemi».
La proposta choc di Jacopo Berti arriva dopo un’ora di assemblea, quando Erika Baldin ha già spiegato nel dettaglio la nuova legge elettorale regionale e lo stesso Berti ha illustrato le modalità di scelta dei candidati. Davanti a loro, a Simone Scarabel e a Manuel Brusco, circa un centinaio di sostenitori, attivisti, consiglieri comunali e aspiranti politici arrivati da tutto il Veneto e riuniti nella sala conferenze del Novotel di Mestre (Venezia) per avviare la fase assembleare che condurrà il Movimento 5 Stelle fino alle prossime elezioni per palazzo Balbi. «Il test non andrebbe “superato”, non sarebbe neppure obbligatorio - specifica Berti mentre la platea si spacca tra chi apprezza l’idea e chi ne è preoccupato - Semplicemente il risultato verrebbe aggiunto alla scheda del candidato sulla piattaforma online. Ovviamente tutto sarebbe svolto da un professionista esterno, per garantire l’imparzialità». Il test andrebbe a inserirsi a metà del percorso di selezione, che si pensa di ricalcare da quello di cinque anni fa: autocandidatura online sulla piattaforma Rousseau, «graticole» davanti alla base provinciale, quindi voto sempre su Rousseau. Berti ha anche azzardato un’ipotesi di tempistiche: vorrebbe concludere le proposte entro il 15 novembre, terminare le graticole per l’inizio di dicembre e aprire il voto online entro la prima settimana del mese.
A chi domanda quale programma e quale nome come candidato presidente, il capogruppo risponde alla stessa maniera: «Bisogna capire cosa fare con le liste civiche: se decidiamo di aprire anche a loro non possiamo presentarci già arroccati, sarebbe un modo per andare subito allo scontro». Alleanze e apparentamenti sono l’elefante nella sala conferenze: gli elettori M5S non sembrano apprezzare particolarmente né l’ipotesi di replicare l’alleanza romana con il Pd, né la formula ibrida trovata per l’Umbria, che invece piace al ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà: «In questi mesi siamo già riusciti a ottenere grandi risultati: il taglio dei parlamentari, la legge di bilancio. L’idea di un candidato presidente esterno, come in Umbria, è molto interessante». Berti non ha paura di mostrarsi scettico: «Se fosse per me nessuna alleanza». Tra la base le opinioni sono discordanti: tanti temono che, dietro certe civiche, si nascondano «i soliti partiti», ma c’è anche chi vorrebbe capitalizzare il lavoro dei comitati e delle associazioni del territorio, in particolare in ambito ambientalista. Intanto resta un punto di domanda su chi si farà avanti: dati quasi per scontato gli attuali consiglieri regionali, molti vorrebbero evitare l’effetto «lotteria», la corsa al seggio anche senza alcun impegno precedente.
Berti
Il test non sarà obbligatorio ma aiuterà a capire chi sa lavorare in team
D’Incà
L’alleanza con il Pd a Roma sta dando risultati, va replicata anche qui