Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Basilica sommersa, un anno di silenzi
Venezia, la richiesta di aiuti dopo la marea record a 156 cm è rimasta inascoltata
VENEZIA Un anno fa l’acqua alta eccezionale (156 centimetri) con il nartece della Basilica di San Marco sommerso per quasi 24 ore e un grido d’allarme («Invecchiata di 20 anni in un giorno») che fece il giro del mondo. «E’ passato un anno ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta alla nostra richiesta d’aiuto», dice Pierpaolo Campostrini, uno dei procuratori di San Marco. La lista dei danni inviata a Roma era di 2,7 milioni di euro. La Procuratoria è partita da sola.
VENEZIA Un anno fa: l’acqua alta eccezionale (156 centimetri) il nartece sommerso per quasi 24 ore e il grido d’allarme per la Basilica di San Marco — invecchiata di 20 anni in un giorno — che fece il giro del mondo.
Un anno dopo, un’amara considerazione. «Non abbiamo ricevuto risposte a quel grido, nemmeno una pacca sulla spalla», dice Pierpaolo Campostrini, uno dei procuratori di San Marco.
Non è un anno passato invano, perché la Procuratoria non si è mai fermata e neppure i lavori, quelli che si vedono e quelli che non si vedono.
Ma di aiuti o finanziamenti da parte dello Stato neanche l’ombra. «Lo scorso anno dopo l’emergenza avevamo scritto alla Sovrintendenza inviando i documenti con tutti i danni subiti – spiega Campostrini - che poi erano stati inviati al ministero e su indicazione della Soprintendenza stessa, anche alla Protezione civile nazionale. Nei giorni successivi e nei mesi seguenti ci sono stati sopralluoghi, anche da parte del sindaco. Ma nessuna risposta».
La Procuratoria aveva stimato i danni di quella notte in 2,7 milioni di euro. L’acqua salmastra aveva impregnato mattoni e marmi risalendo fino ai mosaici del nartece e aveva peggiorato così una situazione già difficile dato che quella è la zona più bassa della città e che si allaga con una marea di appena 65 centimetri. La Procuratoria non ha atteso finanziamenti e subito è partita con dei lavori. Sono stati fatti studi di progettazione, si è intervenuto su alcune colonne del nartece, colonne ornamentali ma molto fragili perché già all’epoca del loro posizionamento, erano state montate non integre. E’ stato necessario un delicato intervento di sollevamento e consolidamento del materiale che si è ormai concluso, l’anteprima del quale si è visto sabato nelle immagini del programma Rai Linea verde, nella puntata dedicata a Venezia. Sono progetti e interventi costati fino ad oggi 700 mila euro e pagati in toto dalla Procuratoria. In queste settimane sono partite anche alcune
Colonne Sono finiti i primi lavori di messa in sicurezza dentro il nartece
analisi sui danni subiti dai marmi. Ora che il nartece è salvo dal 70 per cento delle acque alte con il nuovo sistema di pompe, i lavori sono più «facili».
«I 2,7 milioni di euro erano divisi in tre parti: servivano per una diagnostica accurata dei danni di intonaci e mattoni, per riparare i danni subiti nel complesso ma anche per un’opera di prevenzione come ad esempio la progettazione della messa in sicurezza della parte retrostante della Basilica che dà sul lato del rio della Canonica», conclude Campostrini.
Un punto delicato ad esempio è la cripta: già c’è una vasca che la protegge ma è necessario fare ulteriori interventi dato che il livello del mare è in continuo aumento. Un anno fa infatti, per scongiurare guai, si erano messi sacchi di sabbia a protezione di una finestrella di ingresso: il rischio era che se l’acqua fosse arrivata sarebbe scesa subito verso il basso inondando il prezioso locale. «Sono contento che la gente si sia accorta della campana domenica notte — dice Campostrini riferendosi al fatto che per il mancato cambio dell’ora legale in solare la marangona ha suonato alle 23 invece che alle 24 — servisse a destare l’attenzione anche del governo al quale avevamo inviato la lista delle nostre necessità, lo rifaremmo».