Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Partorisce prima che il tumore la uccida Lei diceva: «Il bimbo sarà la mia rinascita»
prima, quando ormai era alla 26esima settimana di gravidanza. «Ecco mia moglie, che è morta sabato» scrive Lambert Wappi Noumsi.
Marie Louise Monehode, 39enne originaria del Camerun, quattro figli ancora minorenni e uno in grembo, si era accorta che qualcosa non andava, aveva dei dolori strani, e a inizio mese si è recata all’ambulatorio di Vittorio Veneto, città in cui vive da oltre 15 anni. I medici hanno subito capito che serviva l’intervento di uno specialista, contattando la
breast unit di Treviso. L’esame istologico non ha lasciato dubbi.
È stata ricoverata in Ginecologia-Ostetricia con l’obiettivo di alleviare la sofferenza e guadagnare tempo, moneta preziosa, perché il feto potesse svilupparsi e diventare più forte. Tra quel 17 ottobre e l’altra sera, i giorni sono però stati troppo veloci: il tumore si era già esteso ad altri organi. Dopo la diagnosi, senza mai rinunciare alle cure oncologiche, Marie Louise aveva cominciato a interessarsi anche a terapie alternative ma la sua salute continuava a peggiorare. I medici non hanno gettato la spugna, le hanno consentito di tenere duro con ogni mezzo possibile fino a sabato pomeriggio quando, dopo che era stata trasferita in Rianimazione, si sono resi conto che non c’era più nulla da fare. Tranne una cosa: salvare il bambino.
Si chiama Renato, nome scelto dalla mamma: «Sarai la mia rinascita» gli diceva guardando il pancione. È nato prematuro con parto cesareo: pesa solo un chilo e 400 grammi ma le sue condizioni migliorano.
Marie Louise è morta tre ore dopo la nascita. «È stato difficilissimo dirlo al marito, l’aspettava fuori dalla sala operatoria assieme a due amici racconta il primario Enrico Busato, con gli occhi ancora lucidi - speravamo in un esito diverso, che potesse almeno vederlo. Siamo ancora tutti sconvolti, ma Lambert è bravissimo, forte, ce la farà».
È visibilmente commosso anche il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi: «Daremo a questa famiglia tutto l’aiuto che servirà, a breve verrà attivato un conto corrente per raccogliere fondi».
La comunità si è già mobilitata attraverso i servizi sociali del Comune, la Caritas, la Diocesi e l’Usl: Lambert Wappi oggi è travolto dal lutto per la perdita della donna della sua vita e dalla nascita di un figlio che ha bisogno di cure e rimarrà in patologia neonatale per almeno un mese e mezzo. E poi ci sono gli altri quattro figli, che lo aspettano a Vittorio Veneto. Saranno loro il suo più grande sostegno, ora che non c’è più la sua Marie Louise.
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Il dg Benazzi Aiuteremo la famiglia, a breve verrà attivato un conto corrente per raccogliere fondi