Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mose, troppe vibrazioni: rinviato il test dell’Acqua granda
Era previsto il giorno dell’anniversario del ‘66. Nuovi problemi dopo le cerniere
VENEZIA Il D-day doveva essere il 4 novembre per la prima prova completa di sollevamento delle barriere del Mose alla bocca di porto di Malamocco. Ma si dovrà rimandare perché i test parziali negli ultimi giorni hanno evidenziato vibrazioni in alcuni tratti di tubazioni.
VENEZIA La data scelta aveva un valore simbolico: 4 novembre 2019, cinquantatré anni dopo l’«aqua granda», quando la marea arrivò alla quota record di 194 centimetri e Palazzo Ducale fu invaso da almeno un metro e mezzo d’acqua. Doveva essere la prima prova completa di sollevamento delle barriere del Mose alla bocca di porto di Malamocco. Doveva, perché i tecnici nei precedenti test parziali (del 21 ma soprattutto del 24 ottobre) hanno riscontrato delle vibrazioni in alcuni tratti di tubazioni delle linee di scarico che servono per alzare e abbassare la diga. «Per precauzione, in attesa di verifiche tecniche dettagliate e di interventi di soluzione di quanto riscontrato, è stato ritenuto opportuno il rinvio a nuova data del test di sollevamento», precisa il Consorzio Venezia Nuova.
I dubbi e le preoccupazioni però restano. D’accordo a Chioggia non si erano verificati problemi, al Lido le vibrazioni erano minime e rientravano nei limiti previsti, ma a Malamocco la situazione è andata oltre ogni previsione. Forse perché è la bocca di porto più profonda (14 metri, le altre oscillano tra i sei e i dodici) e quindi anche più complicata da gestire per via delle dimensioni delle paratoie. Ne sono state posate diciannove, ciascuna lunga quasi trenta metri e larga venti per uno spessore di quattro e mezzo, incernierate a sette cassoni di alloggiamento in calcestruzzo installati nel fondale. Il risultato è che si sono fermati i test di sollevamento in programma fino alla consegna definitiva del sistema Mose da parte del Consorzio Venezia Nuova. Tecnici e ingegneri dovranno capire ora il motivo delle vibrazioni e cercare di porre rimedio, anche perché più di qualcuno al Cvn spingerebbe per alzare il Mose in casi eccezionali, come la marea di un anno fa, e solo per mitigare gli effetti, non ancora per difendere la città. In questo momento comunque non sarebbe nemmeno possibile alzare tutte le paratoie insieme, perché manca il personale (c’è solo una squadra di tecnici che viene spostata in occasione dei test, ne servirebbero quattro) e sono in corso di completamento gli impianti. I tecnici però sottolineano anche altri problemi radicali. Prima di pensare di farne un uso «reale», il sistema va collaudato nel suo complesso: e questo sembra spegnere le speranze di chi ne vorrebbe già un uso provvisorio, anche in una sola bocca, prima del 31 dicembre 2021, indicato come data di consegna dell’opera secondo il cronoprogramma stilato.
Il problema emerso nella prova di domenica, al momento dell’abbassamento delle barriere, quando il sistema prevedeva di pompare acqua (fino a 400 metri cubi) nelle paratoie per portarle sul fondo, affossa definitivamente l’ipotesi. In fasi molto brevi le tubazioni (quelle che vanno dall’interno della paratoia, passano per la cerniera e corrono lungo i cassoni fino allo scarico) hanno ampliato le vibrazioni. Le soluzioni più immediate potrebbero riguardare l’abbassamento della pressione o l’aumento del numero delle staffe (avvicinandole) che ancorano le tubazioni.
E’ chiaro che l’ennesimo intoppo va ad aumentare le perplessità sul funzionamento del Mose, già messo in dubbio da problemi alle cerniere e di manutenzioni, a sedici anni dalla posa della prima pietra. Un’opera che, secondo le previsioni contenute nel Bilancio 2018 del Consorzio, verrà a costare 5 miliardi e mezzo. Di sicuro si allungano ulteriormente i tempi, tanto che il collaudo arriverà al termine dei vari test, che per ora sono stati eseguiti —in solo due bocche — in condizioni meteo normali. Poi toccherà durante il maltempo e acqua alta: ma si arriverà alla chiusura dell’intera schiera solo dopo i test per ogni singola bocca. A Malamocco c’è anche il problema della conca di navigazione, dove le due porte di accesso sono in fase di sistemazione dopo essere state danneggiate. I lavori agli impianti stanno procedendo a spron battuto, ma non c’è ancora l’antincendio, né i collegamenti con la control room.