Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Un’area-bambini allestita in chiesa «Giocano a messa»
Genitori soddisfatti. Ma i fedeli si dividono
VERONA Agli occhi dei bambini è un piccolo mondo magico. Lo trovi lì, accanto all’ingresso della chiesa di San Martino Vescovo, a Povegliano Veronese. Tavolini, matite e pennarelli colorati, giochi: un’area bimbi nel cuore di un luogo sacro. «Così i bambini durante la messa possono giocare e disegnare” dice don Daniele Soardo, il parroco che ha avuto l’idea.
È un po’ sorpreso dal clamore mediatico: «La mia non è un’iniziativa nuova, è diffusa anche in altri posti». Spiega che «serve educare i più piccoli alla dimensione religiosa in maniera propositiva e non impositiva. Dio c’è anche per i bambini e loro possono imparare conoscere Dio alla loro maniera». Don Daniele racconta di aver tratto indirettamente ispirazione dalla sua esperienza di missionario in Brasile: «Là sono meno tradizionali e hanno anche un coinvolgimento corporeo alla dimensione religiosa. Solo qui pensiamo che la messa sia solo un rito dell’anima. Si dovrebbe anche danzare durante la messa, come faceva Davide davanti all’arca. E poi cosa pretendiamo, che i bambini se ne stiano buoni e zitti per un’ora? Pure gli adulti durante la messa guardano l’orologio». Che, poi, secondo don Daniele, «l’importante è che i bambini in chiesa ci siano, qua e là ascoltano anche e magari partecipano a qualche rito, come il segno di pace o della croce. Non sarebbe lo stesso se li mettessimo in un’altra stanza».
A dirla tutta, qualche parrocchiano ha storto il naso. «Qualche anziano – sospira il parroco – i giovani genitori invece sono contenti, così non si devono dare i turni per partecipare alla messa, che è anche un momento in cui vivere l’essere famiglia».
In paese, la gente è divisa. «Ottima idea, innovativa» dice Graziano Belligoli, 51 anni, fuori dal Caffè Invidia. Gli fa eco Gianni Tonon, 74 anni: «I miei coetanei si lamentano? Bisogna avere la mente aperta». Anche Davide Adami, 23 anni, sta con il parroco: «Non frequento la chiesa ma è bello che dei bambini possano trovare svago e aggregazione anche in un contesto del genere». Invece, la signora Rita della pasticceria Tonon è perplessa ma mette davanti la...ragion di Stato: «Quello che decide il prete per me va bene». Veronica della cartoleria l’Albero di Carta è meno istituzionale: «Se guardiamo al Vangelo l’idea ci sta pure, ma che si mettano i bambini in un recinto ha poco senso. È solo un modo per far tornare la gente in chiesa». Lucia Tedeschi, cliente dell’edicola Baciga, scuote proprio la testa: «Non è quello il posto dove mettere dei bambini, tanto i bambini mica ascoltano la messa». Per il titolare, Angelo Baciga, il problema è a monte: «I bambini non dovrebbero essere costretti ad andare in chiesa. Gli si dà un obbligo già a quell’età ed è sbagliato». Più diplomatica Alessia Caucchioli dell’Ottica Mazzini: «Chi vuole pregare non sopporta di sentire il chiasso dei bambini, ma capisco anche chi vuole abituare i figli ad andare in chiesa fin da piccoli. Forse è sbagliato il posto, dovrebbero portare i bambini giù in cripta con degli animatori».