Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Reddito ritirato a centinaia di veneti
Cumuli di entrate, perdita dei requisiti, nuovi impieghi: già stracciati 750 assegni mensili
VENEZIA Ci sono oltre quindicimila percettori di Reddito di Cittadinanza in Veneto ma ci sono anche quattromila occupati le cui situazioni, promette l’assessore Donazzan, «verranno verificata una per una perché il reddito resta una misura ambigua». E, intanto, nel giro di pochi mesi, si contano già i primi 750 veneti cui il Reddito di Cittadinanza è stato ritirato dopo aver trovato un lavoro. E mentre i navigator si formano, a gestire la partita sono gli uomini dei centri per l’impiego
EVENEZIA La macchina del Reddito di Cittadinanza in Veneto macina a pieno regime. Con buona pace dei navigator ancora nella fase di formazione. A gestire il tutto sono gli operatori dei 39 centri per l’impiego. E dai primi dati incrociati che arrivano da Anpal (società strumentale del Mise, il ministero dello Sviluppo economico), Inps e Veneto Lavoro, spunta un numero: 750. Tanti sono i veneti che si sono visti riconoscere il RdC dallo scorso luglio e che già sono «decaduti». «Mancano ancora i dettagli ma - spiega Lisa Contegiacomo, a capo del Caf Cgil di Padova - significa che in questi nuclei familiari titolari del beneficio è venuto a mancare uno dei tre criteri: la Dus (dichiarazione unica sostitutiva, cioè l’Isee ndr) sotto i 9.000 euro circa, i conti corrente sotto i 6.000 euro e i patrimoni sotto la stessa cifra. A volte basta anche solo una piccola eredità. Ma l’ipotesi più sensata è che queste persone abbiano trovato un lavoro».
Il report diffuso ieri dall’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan sui dati di Veneto Lavoro parte dall’ultimo report Inps in cui si certifica che in Veneto, a fine settembre, i percettori di reddito erano 53 mila. Di questi 37.700 vanno nella «parte sociale» che chiama in causa i Comuni per la gestione di situazioni di disagio importante, insomma, l’ex Rei, il reddito di inclusione destinato in parte ai lavori socialmente utili. Ne restano 15.240 da riorientare al mondo del lavoro. Di questi, quasi 8.000 sono già stati convocati per il primo colloquio (colloqui che saranno ultimati entro l’anno) e già 2.700 patti per il lavoro sono stati firmati (cioè la disponibilità ad accettare un lavoro), 1.500 sono stati esonerati o esclusi secondo le categorie previste dalla legge. Risultano, però, anche 4.030 persone che percepiscono il reddito ma che ora sono occupate. «Segno - spiega il direttore di Veneto Lavoro, Tiziano Barone - che da luglio a oggi hanno trovato lavoro. E sappiamo che 2.500 l’hanno cercato e trovato per conto proprio mentre 1.500 hanno usufruito delle politiche attive per il lavoro dei centri per l’impiego, quindi l’assegno di lavoro e garanzia giovani». La maggior parte, secondo la Regione, è con contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato e professioni a bassa qualifica: commessi, camerieri, cuochi, addetti alle pulizie, corrieri, badanti, operai metalmeccanici e braccianti agricoli.
Ma di questi 4.000 quanti percepiscono ancora il reddito? La risposta non è univoca perché dipende dal tipo di impiego trovato. Se la retribuzione è inferiore al RdC, il lavoratore ha diritto alla differenza. Significa, quindi, che si tratta di impieghi non particolarmente redditizi o che questi lavoratori sono destinati a perdere il Reddito. Val la pena ricordare che l’importo medio mensile in Veneto è 444,13 euro, cifra agevolmente superabile anche da un lavoro a bassa qualifica. Qualche caso di «furbetti» è già spuntato, però.
«Questa è una misura ambigua, verificheremo uno a uno - scandisce Donazzan per dimostrare che per noi è prioritario offrire un lavoro e non una indennità per restare a casa. Vogliamo poter dire al ministero e al resto delle Regioni, con cui mi confronto quotidianamente, che c’è un modello, quello veneto, che punta sulla tempestività dei controlli per evitare storture e sulla obbligatorietà di accettare il lavoro proposto». «Per altro - sottolinea Contegiacomo - con l’incrocio dei dati tributari e previdenziali in sede di dichiarazione dei redditi, la non comunicazione, obbligatoria, all’Inps di un diverso reddito, affiorerebbe. Per chi invece continua ad avere i criteri previsti va ricordato che la Dsu scade a dicembre e va ripresentata entro fine gennaio per non perdere il RdC».
Intanto, il 13 novembre, in 16 centri per l’impiego torna «Incontralavoro» alla quarta edizione, l’iniziativa di recruiting di Veneto Lavoro per favorire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Sul piatto ci sono circa 3.000 posti di lavoro.