Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ciechi e malati, la famiglia dei finti disabili
Vicenza, indagati padre, madre e figlia. Ma loro negano: «Stiamo dicendo la verità»
VICENZA Un’intera famiglia di falsi invalidi. È quanto avrebbe scoperto la procura di Vicenza che ha indagato marito, moglie e figlia che percepiscono una pensione di invalidità (chi perché affetto da problemi psichici, chi da un tumore e chi da cecità) e che, secondo la guardia di finanza, sarebbero in realtà sarebbero in salute. Loro però si difendono: «Il giudice incarichi degli specialisti perché ci visitino, dimostreremo di essere davvero malati».
VICENZA Quello in cui abitano Bosiljka e suo marito Milan è un piccolo appartamento a poca distanza dalla questura di Vicenza. Nella stanza più vicina all’ingresso, c’è il letto nel quale dorme l’uomo e, lì accanto, una sedia a rotelle. Lui, 69 anni, è seduto in salotto, lo sguardo perso nel vuoto. A tenere le fila del discorso ci pensa Bosiljka, appena rincasata da alcune commissioni. È arrabbiata. «Sarei tentata di trascinare mia figlia e mio marito in caserma e lasciarli lì un giorno intero, così finalmente la guardia di finanza capirà in che condizioni si trovano».
Un passo indietro. Milan, Bosiljka e la figlia Ruzica (che abita con il marito in un’altra casa) sono destinatari di una pensione perché considerati non autosufficienti. Lui percepisce 800 euro al mese da quando gli hanno diagnosticato gravi problemi psicofisici. La moglie è stata operata da poco per un carcinoma e, in seguito alla malattia, lo Stato le ha riconosciuto 600 euro mensili. Ruzica, infine, percepisce una indennità di accompagnamento di 800 euro.
Ora sono tutti e tre indagati dalla procura di Vicenza: secondo la guardia di finanza «simulavano un maggior grado di gravità delle proprie condizioni». La storia ha dell’incredibile: un’intera famiglia padre, madre e figlia - di finti invalidi.
L’inchiesta è andata avanti per quattro anni, dopo un esposto presentato dai vicini di casa («Ma loro ci odiano, vogliono mandarmi via!» urla il serbo, che a tratti pare recuperare lucidità) nel quale si segnalava lo stile di vita «ben al di sopra della media» condotto dalla famiglia. I finanzieri hanno filmato Ruzica che, a dispetto della cecità, «scendeva dalla macchina e si dirigeva verso l’ingresso senza apparenti difficoltà», «sembra guardare in direzione del postino», «veniva vista muoversi con disinvoltura all’interno di una farmacia come se percepisse la collocazione delle persone e degli scaffali», e «raccoglieva il pallone con cui stava giocando il suo bambino». Il papà malato psichico, invece, viene notato mentre con la moglie va a fare la spesa, compra le sigarette e digita il codice del bancomat per prelevare del contante. In sostanza, «un appostamento nei paraggi dell’abitazione ha consentito di rilevare la presenza di tutti gli indagati intenti a condurre una perfetta e normalissima quotidianità». Queste le prove d’accusa, così come le riporta il decreto col quale il giudice di Vicenza ha ordinato il sequestro di preventivo di conti corrente e immobili (alcuni trasferiti in un trust) per 90mila euro.
«Ma le cose non stanno così, abbiamo i certificati di oculisti, oncologi, cardiologi, psichiatri...», assicura Bosiljka mostrando alcuni documenti dell’Usl, compreso quello che attesta il suo decorso postoperatorio, visto che quest’anno le è stato asportato, per la seconda volta, un carcinoma. «E poi ci sono le commissioni, come avremmo fatto a ingannare tutti questi specialisti per decenni?».
La donna racconta di aver lasciato
La Finanza
Un appostamento ha consentito di rilevare la presenza degli indagati intenti a condurre una perfetta e normalissima quotidianità
La figlia
Ho studiato nello stesso istituto per ciechi che frequentò Bocelli Come potrei, fin da bambina, essermi finta una non vedente?
La madre
Accuse partite dai vicini, si stanno vendicando del fatto che li abbiamo denunciati per stalking e ora sono sotto processo
la Serbia con Milan oltre quarant’anni fa «perché lì non c’era lavoro» e che da allora vivono in Italia. Lei ha fatto l’inserviente, Milan l’operaio nelle concerie e nei laboratori di marmo dell’Ovest Vicentino. «Abbiamo lavorato finché è stato possibile - assicura - poi sono arrivate le malattie...». Nel frattempo erano nati due figli. Ruzica ha 40 anni e lavora come centralinista. Se questa risultasse davvero una famiglia di falsi invalidi, il suo sarebbe il caso più clamoroso: «Ho cominciato a perdere la vista quando avevo appena 4 anni», racconta.
È scossa e ora teme di perdere il lavoro a causa di quest’inchiesta. «Con i conti bloccati, non saprei come arrivare a fine mese», spiega. La secondogenita di Milan e Bosiljka ricorda di aver chiesto ai magistrati di essere visitata da un oculista o almeno di prendere per buona la documentazione di cui dispone. «Ho studiato all’Istituto dei ciechi “Cavazza” di Bologna, lo stesso che frequentò Andrea Bocelli, e ho le relazioni degli insegnanti di sostegno che, negli anni delle scuole superiori, spiegano che utilizzo i libri con l’alfabeto braille. Come possono credere che io, fin da bambina, abbia finto con tutti di essere una completa non vedente?».
Restano quei filmati realizzati dalla Finanza. «Non dimostrano nulla - ribatte mamma Bosiljca - se non che mio marito cammina e parla con le persone. Qual è il problema? È un malato psichico, mica è muto...».
Anche Ruzica scrolla le spalle: «Sono cieca, e allora? È da ignoranti pensare che una non vedente sia incapace di giocare con il proprio bambino, di entrare in casa o di percepire la presenza di altre persone...». Intanto, papà Milan - sempre più sprofondato nella sedia del salotto - si mette a strillare frasi sconnesse contro i vicini. «Mi fotografano, mi spiano!», dice. «È colpa loro - assicura la moglie - si stanno vendicando del fatto che li abbiamo denunciati per stalking e ora sono sotto processo».
La famiglia è difesa dagli avvocati Ilaria Foletto, Marco Napolitano e Rachele Nicolin, convinti di poter dimostrare che non c’è stata alcuna truffa. «In fondo - concludono i legali - l’invalidità è un dato oggettivo. Basterà che il giudice affidi a degli specialisti il compito di valutare le loro condizioni di salute, per dimostrare che sono realmente degli invalidi».