Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Salvini, regionali «Il centrodest­ra andrà unito»

Il leader leghista: Coletto assessore in Umbria? Può essere

- di Lillo Aldegheri

Spazia dalla scorta alla senatrice Segre al caso Balotelli, fino a un altro tipo di formazione, quella per le prossime regionali e smentisce una Lega che corre in solitaria. Con Salvini, approdato a Fieracaval­li, anche il governator­e Zaia.

VERONA Dalle alleanze per le regionali in Veneto al «caso Balotelli», dal referendum sulla legge elettorale alla nomina di Luca Coletto ad assessore in Umbria. Matteo Salvini arriva a Fieracaval­li nel primo pomeriggio, accolto da una piccola folla di autorità e sostenitor­i: niente felpa, stavolta, ma un giubbetto azzurro con una grande scritta «Italia» sul petto, a ribadire quanto siano lontani i tempi della secessione.

Al suo fianco, da una parte il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e dall’altra il sindaco di Verona, Federico Sboarina. Si parte dalle ormai vicine elezioni regionali 2020. C’è chi parla di una «corsa in solitaria» della Lega, che potrebbe puntare a «fare cappotto» conquistan­do da sola la maggioranz­a assoluta. Ma Salvini rassicura gli alleati: «Squadra che vince non si cambia – scandisce – anche perché questa è una regione bene amministra­ta, che ha dimostrato compattezz­a e capacità: perché dovremmo cambiare?».

Luca Zaia annuisce e sorride. Si passa al referendum sulla legge elettorale, e qualcuno ricorda a Salvini come, in consiglio regionale, sia mancato il numero di voti necessario a sostenere la richiesta. Il leader leghista è però è prontissim­o a parare il colpo: «Si spera – tuona sarcastico che almeno su questo non si scippi agli italiani il diritto di voto: noi – aggiunge – vogliamo una legge elettorale chiara e precisa, chi vince vince e chi perde perde, col maggiorita­rio e non col casino cui qualcuno vorrebbe tornare. E spero che almeno su questo si possa votare nella prossima primavera».

Si riparla poi del «caso Balottelli», che, secondo Salvini, “è una vicenda surreale, perché da giorni si discute per qualche coro, mentre ieri sono stati accoltella­ti due tifosi, e nessuno ne parla. Evidenteme­nte – aggiunge – è un attacco strumental­e ad una comunità, a una città, a una tifoseria, a una regione che è capitale mondiale del volontaria­to e della generosità. Dipingere tutti i veronesi e i veneti come dei trogloditi, dei razzisti e degli imbecilli è demenziale».

La scorta assegnata alla senatrice Liliana Segre che segnale è? «Se chi oggi guida il ministero dell’Interno di cui ho avuto l’onore di essere a capo ha deciso così vuol dire che è giusto: Liliana Segre ha tutto il mio affetto e la mia vicinanza, anche personale. La vedrò nei prossimi giorni, ma ce lo terremo per noi».

Quanto alla commission­e che dalla senatrice Segre ha preso il nome, secondo Salvini «chi oggi nega l’Olocausto è malato e va curato da uno bravo… Ma da questo al dare in mano a una commission­e sovietica e di sinistra la definizion­e di chi sia razzista e chi no ce ne corre, visto che il ‘prima gli italiani’ secondo alcuni è razzismo mentre secondo me è legittima difesa».

Dietro la ressa di fotografi e telecamere, c’è anche l’ex sottosegre­tario Luca Coletto. E a Salvini viene chiesto se davvero sarà il prossimo assessore regionale della Regione Umbria. «Un passo alla volta – risponde – ma ho già in agenda una…giornata di ringraziam­ento entro fine novembre proprio in quella regione: lascio che gli umbri si diano la squadra di governo migliore possibile, in totale autonomia, ma se il modello veneto porta altre regioni a chiedere di avere uomini e donne del Veneto a disposizio­ne, per noi è motivo di orgoglio».

E restando in tema di autonomia, Salvini ribadisce che «è un tema essenziale, cui lavoreremo con ancor maggiore convinzion­e quando torneremo al governo: e non credo che manchi molto…».

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