Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’accusa del pm a Fincantieri «Sapeva dello sfruttamento»
Ecco perché sono indagati i dirigenti: appalti a ditte disponibili a pagare tangenti
dirigenti o funzionari di Fincantieri, accusati di concorso nel reato di «caporalato», oltre che di corruzione tra privati, perché avrebbero ricevuto delle «tangenti» in denaro o in vari regali (pc, tablet, orologi, smartphone).
Anzi, per il pm c’è di più. Non solo i dirigenti di Fincantieri sapevano, ma «essi hanno creato le condizioni per tale sfruttamento nella piena consapevolezza del sistema vigente». Le commesse venivano infatti affidate evidentemente sottocosto e per accaparrarsele da un lato le ditte dovevano ricorrere alla schiavizzazione dei propri operai, dall’altra dovevano pagare tangenti ai dirigenti stessi. Il pm parla infatti di «effetti distorsivi della concorrenza»,
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Il «pentito» Ho detto più volte i problemi ai dirigenti. Mi hanno risposto che non gliene fregava nulla di quanto pagassi gli operai
dato che venivano affidati gli appalti solo a chi era «disponibile a erogare tangenti», mentre le aziende oneste erano «messe fuori mercato dalle condizioni contrattuali insostenibili praticate». Le regalie riguardavano tre fasi: nella prima l’obiettivo era essere accreditati nell’elenco dei fornitori di Fincantieri, poi serviva per ottenere le commesse. Quindi c’era spazio anche per ulteriori riconoscimenti. «I quantitativi aggiuntivi di ore erano riconosciuti solo a fronte di corresponsione di vere e proprie tangenti», scrive il pm. Secondo i racconti del grande «accusatorepentito» Alì Md Suhagi, una dozzina di dirigenti avrebbe ricevuto queste dazioni: lui stesso ha detto di aver dato 1000/2000 euro per dieci volte ad Andrea Bregante, 1000/2500 euro al mese a Luca De Rossi, vari regali a Francesco Ciaravola, un orologio da 5 mila euro a Massimo Stefani. Ha poi raccontato di aver saputo che gli imprenditori pugliesi Andrea e Lorenzo Palazzo avrebbero pagato il direttore dello stabilimento di Marghera Antonio Quintano e Carlo De Marco, uno dei dirigenti più in vista del colosso della cantieristica; che Alessandro Ganzit avrebbe ricevuto 10 mila euro, mentre Vito Cardella fino a 50 mila euro. Matteo Romeo, Mauro Vignoto e lo stesso De Rossi avrebbero invece chiesto una «stecca» del 10 per cento sulle somme riconosciute in più alle imprese. Indagati sono anche
Paolo Reatti e Francesco Zanoni.
Dalla motivazione del decreto di fermo firmato dal magistrato emerge che Suagh, dopo essere stato arrestato un anno fa, ha contribuito a spiegare il «sistema Fincantieri». L’uomo ha affermato che più volte avrebbe evidenziato le problematiche legate a questi appalti ai dirigenti di Fincantieri, ma che gli sarebbe stato risposto che «non gliene fregava alcunché di quanto egli pagava i suoi operai». In un’altra occasione un dirigente gli aveva invece replicato che era inutile che si lamentasse: «Tanto sappiamo che riesci a pagare gli operai pochi euro all’ora».